La difficile situazione in cui si trovano a operare le Ipab e le Asp

Un incontro con il Ministro Maria Carmela Lanzetta
Il Ministro

Nell’ambito delle azioni intraprese da Ancora (Associazione Nazionale di Coordinamento degli Organismi di Pubblica Assistenza) per sensibilizzare il Governo sulla difficile situazione in cui si trovano a operare le Ipab e le Asp presenti sul territorio nazionale, una delegazione dell’associazione composta dal presidente Fabio Diana e da Pierluigi Ravagli e Raffaele Leoni in rappresentanza di Cispel Emilia-Romagna ha incontrato il ministro Maria Carmela Lanzetta presso la sede del Ministero degli Affari Regionali.


La delegazione

L’incontro seguiva quello tenutosi venerdì 11 aprile a Palazzo Chigi fra i medesimi rappresentanti di Ancora e il segretario generale della Presidenza del Consiglio Mauro Bonaretti.

«Durante l’incontro – affermano Pierluigi Ravagli, presidente dell’Asp dei Comuni della Bassa Romagna e Raffaele Leoni, presidente dell’Asp Rete Reggio Emilia – abbiamo evidenziato al Ministro i problemi delle nostre aziende e l’urgente necessità di ottenere un intervento normativo sia sul fronte della definizione della natura giuridica delle Asp sia su quello delle modifiche o delle corrette interpretazioni da dare alle norme della Legge di Stabilità al fine di consentire la piena operatività delle Ipab e delle Asp. È stato inoltre affrontato il tema relativo all’armonizzazione dei regimi fiscali e dell’imposizione Irap che, in molte regioni italiane, compresa l’Emilia-Romagna, penalizzano i soggetti pubblici come le Asp rispetto al privato e al privato sociale che gode di aliquote impositive notevolmente inferiori a quelle applicate ai gestori pubblici.

Il ministro Lanzetta – aggiungono – si è dichiarata disponibile ad approfondire i temi affrontati, anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni, consentendo così di completare il processo di trasformazione delle Ipab in Asp nelle regioni dove questo ancora non è avvenuto, sulla base di indirizzi che consentano di valorizzare la peculiarità di queste aziende nel sistema di welfare locale. Il Ministro e il Segretario generale del ministero hanno dato inoltre la loro disponibilità a prendere in considerazione eventuali proposte provenienti dalla nostra associazione in merito ai vari temi affrontati. È perciò nostra intenzione predisporre a breve una proposta concreta da inviare al Ministero, dichiarando la piena disponibilità da parte dell’associazione Ancora, qualora il Ministro lo ritenga utile, a fornire il contributo di esperienze e competenze maturato per decenni sul campo dalle proprie aziende associate.»

Ravagli e Leoni spiegano poi nello specifico quali siano i rischi concreti che corrono le Asp alla luce delle nuove normative.

«Le norme contenute nella Legge di Stabilità del 2014 – chiariscono – estendono anche alle Asp e alle ex Ipab i vincoli del Patto di stabilità e i limiti alla possibilità di assunzioni e sostituzioni del personale previsti per gli enti locali. L’impatto di tali norme, combinato alla mancanza di una precisa definizione a livello nazionale della natura giuridica delle Asp e agli effetti nefasti della sentenza della Corte Costituzionale 161/1012 relativa alla legge regionale dell’Abruzzo sulle Asp, comporta il rischio concreto di vedere sparire dai nostri territori enti e aziende che da secoli rivestono un ruolo di fondamentale importanza nel campo dell’erogazione dei servizi socio-sanitari e assistenziali rivolti in particolare ad anziani, minori e disabili.

Ci preme precisare che la Regione Emilia-Romagna a cominciare dalla legge 2/2003 ha promosso un importante percorso di semplificazione e razionalizzazione che ha portato alla trasformazione delle 257 ex Ipab presenti sul territorio regionale in poco più di 40 Asp, producendo notevoli risparmi sui bilanci delle nuove aziende e un reale efficientamento nella gestione pubblica dei servizi locali. La stessa Regione con la recente legge 12/2013 sul riordino delle forme pubbliche di gestione nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari ha dato un’ulteriore spinta alla semplificazione imponendo un’ulteriore unificazione a livello distrettuale nel sistema della produzione di servizi pubblici locali.

Si tratta – concludono i due presidenti – di difficoltà che non riguardano la sostenibilità economica delle nostre aziende ma la concreta possibilità di poter continuare nel tempo a erogare servizi alla persona in campo socio-assistenziale, con il concreto rischio di disperdere un patrimonio di esperienze e professionalità maturate in decenni di attività svolta sul campo che può risultare invece estremamente utile quando gli organismi pubblici saranno chiamati a controllare la qualità dei servizi erogati sui rispettivi territori. Senza contare inoltre il rischio che vada dispersa l’ingente dotazione patrimoniale in disponibilità di queste aziende, frutto di lasciti e donazioni ricevute nel tempo e finalizzate ai servizi erogati.»

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