
Riceviamo da Paolo Facchini e pubblichiamo
Per la prima volta nella vita mi sono ritrovato ad affrontare direttamente un’esperienza elettorale all’interno di una lista: soli pochi mesi fa non era nemmeno un’ipotesi in una angolo della mente. Ero però in qualche modo in ascolto, in attesa di qualcosa.Nel tempo, vari accadimenti nazionali e locali, mi avevano allertato sull’urgenza di reagire in qualche modo ad una deriva partitica sempre più distante dagli interessi della gente.
Sentivo poi, da tanti anni, la sofferenza per la contrapposizione fra cattolici generatasi a seguito del confluire in aree partitiche diverse.
In tale contesto, lo scorso mese di febbraio si è realizzato un incontro con persone, in parte conosciute ed in parte no, di varie estrazioni del mondo cattolico. Cosa ha fatto incontrare queste persone?
Per prima cosa la volontà di iniziare un percorso di formazione e sensibilizzazione sui criteri fondanti dell’impegno politico cattolico e popolare, prendendo a riferimento la dottrina sociale cristiana e sganciandosi dai condizionamenti “partitici”.
La seconda, aiutare la città ad uscire da una cappa di immobilismo politico che da anni sta incidendo negativamente sullo sviluppo di tutta la realtà sociale e produttiva.
Questo concetto non è, come qualcuno vuole far strumentalmente credere, una sterile contrapposizione ad una determinata parte politica al potere: il problema è che per decenni non si è resa possibile un’alternanza, unica condizione affinché ci sia un reale stimolo, da parte di chi è al governo, per impegnarsi al massimo nei confronti della collettività.
L’impegno che sto vivendo in questo momento con gli amici dell’Associazione Lugo Popolare punta a rendere possibile un’alternanza, non alla contrapposizione. E’ molto strumentale ed ingiusto considerare di destra questa iniziativa, semplicemente perché l’attuale amministrazione è di sinistra.
Cosa significa oggi, politicamente, parlare di destra e sinistra? Ancora di più quando pensiamo alle dinamiche di una città da amministrare? Di cosa stiamo parlando se non degli interessi di partiti che continuano a ripresentarci schemi triti e ritriti utili solo a loro? Cosa vuol dire, realmente, continuare a parlare di destra e di sinistra di fronte ai problemi delle famiglie, delle imprese, alla criminalità che cresce, al rischio di perdere l’ospedale, a cosa implicherà il comune unico, ecc.?
La dottrina sociale cristiana da tanti anni ci parla saggiamente di collaborazione fra le parti sociali, non di lotta. C’è posto per il lavoratore dipendente e per l’imprenditore, ognuno deve mettere a frutto i doni ricevuti personalmente, vivere la solidarietà e la collaborazione.
L’iniziativa di chi ha cercato di escludere la lista Lugo Popolare dalla competizione elettorale, facendo ricorso prima al TAR poi al Consiglio di Stato, mi è dispiaciuta non per il danno materiale, ma per una doppia ferita: una al senso di competizione democratica delle idee, l’altra nel rapporto di conoscenza / amicizia (indipendentemente dal collocamento politico) con alcune persone facenti parte l’area da cui sono partiti i ricorsi.
Nonostante tutto deve proseguire il cammino, che ci si è dati come associazione, di promuovere la concertazione delle varie espressioni cattoliche e lavorare insieme, per Lugo, con tutte le persone di buona volontà.
Sto vivendo con un forte impegno questo momento elettorale nella certezza che, qualunque sia l’esito che uscirà dalle urne, è per me già un successo l’avere intrapreso un percorso con persone di varie estrazioni, giovani e meno giovani, con cui condivido l’entusiasmo e il desiderio di offrire qualcosa di buono e utile alla nostra città.
C’è un grande lavoro da fare per aiutare la gente a vincere la disaffezione verso la politica e il superamento di tante convinzioni radicate, per partito preso: e questo lavoro non si esaurirà con le elezioni.
Questo, per me, non è un semplice impegno civico: è qualcosa di personale che investe la mia persona, la mia famiglia, la comunità in cui vivo.
Paolo Facchini