Cottura ceramica in buca

Il neolitico continua al geoparco di San Potito

di Lucia Baldini



Domenica prossima, 25 maggio, prima di fare il nostro dovere di elettori, o anche dopo, tanto la giornata è lunga (c’è tempo per votare, ma c’è anche possibilità di dedicarsi per ore all’archeologia e alla preistoria), siamo invitati ad aderire a un’interessante iniziativa realizzata da Maestri Ceramisti, docenti ed ex docenti dell’Istituto Ballardini di Faenza. Si tratta di cottura di ceramica in buca del periodo neolitico. La sede è il Parco didattico di geologia e di preistoria , di cui già più volte ci siamo occupati in questo giornale. E’ stato riaperto il 6 aprile, e si sviluppa per circa 5.000 metri quadrati, su cui sono posizionati ben 60 esemplari fossili. Ci aspetta il signor Ermete Bartoli in via Cimitero san Potito 43/45, per guidarci alla scoperta dell’evoluzione della vita sulla terra, dal primo batterio all’uomo preistorico, con la ricostruzione di un villaggio neolitico, offrendoci anche un’opportunità veramente speciale.

Domenica mattina viene scavata la buca, nel pomeriggio alle 16, si accende il fuoco con preriscaldo dei manufatti, e alle 19 inizia la cottura, destinata a protrarsi alcune ore. Il 7 giugno alle 15 verà aperto il forno neolitico e saranno sfornati i manufatti.

La manifestazione sarà accompagnata dall’esposizione di opere contemporanee di Maestri Faentini, che hanno realizzato questo progetto sul neolitico su due fronti, la nostra regione e la Sardegna, coinvolgendo anche ex alunni dell’Istituto manfredo.

Per illustrare il neolitico lughese hanno prodotto copie di reperti rinvenuti nella zona della fornace Gattelli, per il neolitico sardo hanno invece realizzato copie di navicelle nuragiche in ceramica del 1800 a. C. e di stoviglie di epoche ancora precedenti.

Per informazioni: 0545 33828

Lucia Baldini

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