
Riceviamo dai Verdi e pubblichiamo
Toscana ed Emilia-Romagna sono due Regioni amministrate più o meno dalle stesse forze politiche. Eppure le scelte che riguardano le politiche sanitarie sono diametralmente opposte. Ecco cosa ha dichiarato l’Assessore alla Sanità della Regione Toscana, Luigi Marroni, al Corriere Fiorentino il 20 aprile scorso.“Non ci saranno riduzioni di letti, né chiusure di piccoli ospedali, che non solo non abbiamo chiuso, ma a cui abbiamo garantito un futuro”.
Niente accorpamento di ASL, come avviene in Emilia-Romagna? L’Assessore continua “le ASL preferisco che lavorino bene in 16, piuttosto che avere 3 ASL giganti che si piegherebbero sotto il proprio peso”.
Allora la sanità toscana sarà una sanità che spreca soldi pubblici. E invece no: “Mi sento di dire che abbiamo eliminato gli sprechi eclatanti. Ci sono tanti spazi di miglioramento e continueremo in questo capitolo. Nel 70 per cento dei casi noi siamo in linea con il prezzo standard o la media nazionale, ad esempio paghiamo una siringa sterile monouso 0,109 euro contro la media nazionale di 0,159, nel 30 per cento sopra: è chiaro che ci sono margini, fermo restando che vogliamo mantenere l’attuale qualità del nostro sistema sanitario ,che è riconosciuta a livello nazionale.”
Quindi non è vero che la strada scelta in Emilia-Romagna è stata una strada obbligata. Non è vero che è stata fatta l’AUSL della Romagna per risparmiare. Non è vero che per tagliare gli sprechi bisogna colpire gli ospedali più piccoli.
Abbiamo, di fianco a noi, una Regione molto simile alla nostra che ha fatto scelte molto diverse, riuscendo ad offrire un buon servizio sanitario, senza rinunciare ai risparmi.
La domanda che quindi sorge spontanea è quindi: perché l’Emilia-Romagna ha fatto scelte di verse? E, soprattutto, il nuovo modello sanitario emiliano-romagnolo, sempre più integrato pubblico-privato, è un modello pensato a vantaggio di chi?
Se vinceremo le elezioni chiederemo immediatamente la convocazione della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della provincia di Ravenna, al fine di dare risposta ai 7500 cittadini che hanno firmato la nostra petizione in difesa dell’ospedale di Lugo e rivedere la posizione dell’ospedale cittadino.
Verdi Lugo