
Il “rinato” a seconda vita per il suo ritorna ca casa, Guido Marzari ha sicuramente dato un importante contributo al “boom” della Società Schermistica lughese.

Il “rinato” a seconda vita da giovanissimo, per il suo ritorna a casa, Guido Marzari ha sicuramente dato un importante contributo al “boom” della Società Schermistica lughese.
Dopo
tanti anni nella palestra di Ravenna, da quest’anno Marzari,
Maestro della spada maschile all’Oro delle Olimpiadi di Atlanta
’94, è tornato alla società nella quale aveva conosciuto la
scherma da atleta e nella quale è diventato Maestro, dopo tanti
anni nella palestra di Ravenna.
finalmente in una palestra degna della nobile arte, quella del
Liceo Scientifico, la nuova dirigenza, due nuovi giovani nello
staff tecnico da sempre diretto dal Maestro di scherma Fulvio
Barcucci sono gli altri elementi che hanno fatto raddoppiare
in poco tempo il numero dei giovani e giovanissimi allievi,
ora addirittura più di quaranta, per uno sport certamente
difficile ma tremendamente affascinate.
Ci diceva alla festa di fine anno svoltasi ovviamente a
tavola, com’è d’obbligo, nel salone della Collegiata, un
genitore “pallavolista”: “Ho tre figli che per fortuna fanno
sport, nessuno di loro il volley, con una di loro ho
conosciuto la scherma, è meravigliosa e anche per il clima che
si vive nella società”.
Già, forse questo l’elemento predominante tra gli altri
citati: una seconda famiglia per i bimbi, anche piccolissimi,
anche solo sei anni e per i ragazzi. Crisi della famiglia? La
Schermistica Lughese ne offre una seconda, oltre ai podi. Già,
perchè dimenticavo, lo sport non è solo partecipare, anche
quelli, i podi, sono arrivati, e tanti, in questo anno d’oro.
Mio padre, Achille, che la società l’ha fondata nel 1948 e
guidata per decenni, ci ha lascaiti, la mia famiglia e quella
della Schermistica Lughese, nel 1982. Ieri mi è mancato come
mai, ma anche ai meno giovani della società, Fulvi e Guido.
“La scherma a Lugo non morirà mai”, mi dicevo al suo funerale.
L’altra sera ho visto un'”esplosinone” di vita”.
Arrigo Antonellini
