E45-E55: “La corte dei conti blocca l’autostrada”. Ma la lotta continua
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Dopo la tragedia dei giorni scorsi del Comune di Refrontolo nel Trevigiano il Governo ha voluto “informare” gli italiani che si è appena provveduto a dare al via allo “Sblocca Italia” per grandi opere a “difesa del territorio”.
Tra queste la E55!
L’ennesima inutile autostrada che violerà un territorio come il Parco del Deltà del Pò, le nostre Valli.
Inutile certo.
Per larga parte sino a Ravenna una superstrada c’è, è da pochi anni che da Ravenna, dal suo porto si arriva a Roma senza dover ulteriormente ingolfare il nodo di Bologna, con un piccolo difetto però, da Ravenna a Orte si va senza pagare, far girare denaro, quello rilevante del pedaggio specie per i camion, con conseguente riduzione dei costi dei prezzi delle merci che trasportano.
Ferrara è collegata a tutta Italia e a tutta Europa con la rete autostradale.
Da Ravenna a Ferrara? Un superstrada c’è già sino ad Argenta, “purtroppo” anche questa senza pedaggio, basterebbe completare i pochi chilometri che mancano sino a Ravenna.
Non sarebbe invece il caso di pensare a come collegare Ravenna, le merci che arrivano e partono dal suo porto, la dorsale Adriatica, con il resto del paese e dell’Europa via ferro, senza dove passare dalla stazione di Bologna?
Possibile che siano ancora i poteri forti a “consigliare” le scelte della Politica, della Pubblica Amministrazione?
Che poi ci vengano a dire che la E55 combatterà il dissesto idrogeologico suona da presa per il c…
Per fortuna, mettiamola così, la Corte dei Conti blocca questa nuova Autostrada”: soddisfazione del Movimento “Cesena SìAmo Noi”, che aderisce alla Rete Nazionale Stop Orte-Mestre.
“E’ presto per cantare vittoria, il decreto “Sblocca Italia” voluto dall’attuale Governo continua a spingere sulle “grandi opere” compresa l’Autostrada Orte-Cesena-Mestre. Le inchieste su MOSE e EXPO dimostrano come le “grandi opere” costituiscano la vera linfa vitale per le “cricche” del cemento e per le mafie di tutto il Paese, affermano dal Gruppo di Coordinamento del Movimento.
“Il rilievo della Corte dei Conti riguarda in particolare l’impossibilità, stante la normativa attuale, di utilizzare gli 1,8 miliardi di euro di defiscalizzazioni previste nel Piano Finanziario della Orte-Mestre. Inoltre nel medesimo Piano Finanziario si fa riferimento all’utilizzo indebito di un surplus aggiuntivo di remunerazione del capitale investito da parte dei privati.
Tanto basta per bloccare la Delibera CIPE di approvazione del progetto preliminare e quindi anche la gara per la progettazione definitiva e l’assegnazione di appalti e concessione.
I tempi dunque si allungano e questo è un bel vantaggio per i Movimenti e le Associazioni che osteggiano l’opera. – riporta la nota del Movimento – Sono preoccupanti due aspetti: prima di tutto la disinvoltura con la quale il CIPE ha varato la delibera senza che ci fossero i presupposti necessari, la dimostrazione di come la “politica”, non curante di quanto sta emergendo dalle inchieste giudiziarie su MOSE e su EXPO, continui a forzare perfino le normative nazionali pur di agevolare i “grandi affari””.
“In secondo luogo il fatto che la stessa Corte dei Conti, dopo aver denunciato pubblicamente i rischi legati al Project Financing, si sia limitata ad una pura analisi formale e procedurale della documentazione, senza mettere in evidenza il vero problema, e cioè l’insostenibilità dell’intero Piano Finanziario. Infatti i flussi di traffico previsti dagli stessi proponenti sono talmente bassi che le tariffe proposte sarebbero le più care in Europa. Ed è logico che più care sono le tariffe, e più cittadini e trasportatori si riverseranno sulle strade normali rendendo impossibile il rientro del capitale investito. A quel punto, con il solito sistema truffa del Project Financing, sarà lo Stato ad dover intervenire con ulteriori risorse economiche”, continua la nota.
“Il dato vero è che questa nuova Autostrada, oltre che anacronistica, risulta del tutto insostenibile e distruttiva da qualsiasi punto di vista. La Orte-Mestre è stata pensata e voluta perché è una “macchina mangia-soldi” come e più del MOSE.
“Quello che emerge dalle recenti inchieste della magistratura è che proprio le “Grandi Opere” pubbliche, gestite attraverso la Legge Obiettivo, i Commissari straordinari, il Project Financing, l’affidamento in concessione, sono state il mezzo, il terreno di cultura per costruire e alimentare vere e proprie cricche malavitose che coinvolgono in pieno anche i partiti.
Arrigo Antonellini