Il capo di gabinetto lo faccia un dipendente già in servizio

In questo momento di difficoltà economiche richiamate ogni giorno anche dal premier Renzi 
di Gianfranco Spadoni





Ho letto sulle colone del Carlino l’intervista al sindaco di Lugo e due questioni in particolare hanno attirato la mia attenzione.

Una riguarda l’istituzione del posto di capo Gabinetto del sindaco che rappresenta una scelta legittima ma facoltativa, cui il primo cittadino evidentemente intende avvalersi ad ogni costo. 


Pur nel rispetto della scelta, condivido, in questo senso, le argomentazioni critiche e di merito del capogruppo Verlicchi e aggiungo come in questo momento di difficoltà economiche richiamate ogni giorno anche dal premier Renzi, una responsabile rinuncia di tale funzione assegnabile, peraltro al personale interno dell’ente, rappresenterebbe un bel segnale di sobrietà apprezzato in modo trasversale da tutti i cittadini. 

D’altra parte, tuttavia, è un fatto di sensibilità e di autonomia soggettiva, rispetto alla quale, pur non condividendone la decisione scelta, mi attengo. 

Un secondo tema caro a Ranalli attiene la riorganizzazione scolastica sul territorio lughese. 

E’ fuori di dubbio che l’ipotesi del primo cittadino della città di Baracca, rappresenti il percorso da seguire, vale a dire la fusione degli istituti Manfredi – Marconi con l’Istituto di istruzione superiore Stoppa – Compagnoni, progetto oltretutto già previsto da anni dal Piano provinciale dell’offerta formativa e di organizzazione della rete scolastica dell’amministrazione provinciale, ma l’obiettivo non è certamente di facile soluzione. 

Il Consiglio provinciale, infatti, con propria delibera del novembre 2012 con effetti sull’ ’anno scolastico 2013-2014, ha confermato il proprio voto favorevole rispetto a tale soluzione, ma si tratta di un problema logistico e di edilizia scolastica, tradotti anche in risorse economiche certe, forse di non facile e di immediata soluzione. 

Soprattutto, poi, se si considera il marasma normativo di questi ultimi periodi in materia di competenze e funzioni decentrate a regioni e a enti locali, e in particolare all’insieme della materia in oggetto in capo alle province ora in completo black out. 

Vi è dunque una questione organizzativa, ma soprattutto un’esigenza imprescindibile di risorse disponibili per attuare l’atteso ‘polo tecnico professionale ‘, e, inoltre, vi è anche un altro elemento non meno importante rispetto a quelli citati. 

Vale a dire la metodologia preliminare usata per individuare le scelte di programmazione scolastico – formativa non sempre coerente con i conseguenti risultati occupazionali. Lugo, in altre parole, è diventata una città con grosse difficoltà di tipo occupazionale per i tanti giovani costretti a lasciare quel territorio alla ricerca di un lavoro. 

Quel rapporto stretto e imprescindibile tra scuola e mondo del lavoro e, più in generale, con il tessuto socio economico locale, sta mostrando da anni evidenti scricchiolii, tali da richiedere la rivisitazione della programmazione scolastica. 

In altre parole servono nuove strategie in grado di percepire una domanda diversa dal passato e in condizione di essere sempre più aderente ai bisogni della località della Bassa Romagna, la quale sta rischiando di trasformarsi in una città dormitorio con tassi di disoccupazione preoccupanti.

Gianfranco Spadoni
consigliere provinciale Udc
 

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