Il 28 settembre sapremo chi sarà il nostro nuovo Governatore



Come noto, dopo la fine anticipata dell'”Era-Errani”, anche nella nostra Regione, come ormai “quasi” in tutte, la politica non riesce a portare la consiliatura alla sua scadenza naturale.

Il quando si voterà non ci interessa più di tanto, ci interessa, e tanto, sapere chi sarà il nuovo Governatore, ovviamente del PD e il nome uscirà, com’è giusto e necessario, dalle Primarie.

Le idee viaggiano con le gambe degli uomini, oggi più che mai. I Governatori hanno i pieni poteri, più o meno come i Sindaci.

Gli elettori non votano più in base a scelte ideologiche, se hanno meno di settant’anni…..

Votano scegliendo il candidato che dia loro più fiducia, soprattutto nelle elezioni politiche e nelle comunali, forse un pò meno nelle regionali ma anche nelle regionali il nome del candidato pesa.

La data che interessa è quindi quella del 28 settembre, il giorno in cui si svolgeranno appunto, le Primarie del Pd ed è dopo quella conta dei voti, in nottata, che conosceremo il nome del nostro nuovo Governatore.

Saranno, salvo incidenti dell’ultima ora (la sventurata ipotesi che sia Renzi ad imporre il nome del nuovo Governatore) Primarie “belle”, una bella gara, con ammessi giustamente al voto anche i sedicenni e aperte anche agli studenti fuori sede.

Ma anche qui con un altro rischio che potrebbe renderle meno belle, il caso che si candidi anche l’arbitro, il numero uno del PD regionale, il segretario Stefano Bonaccini.

Se è stato scelto, chiamato, per fare il segretario del partito, incarico certamente non di poco rilievo nella rossa Emilia-Rromagna,  perchè dovrebbe chiedere di fare invece il Governatore?

Il ruolo di arbitro di una gara tanto importante per il futuro della qualità della vita degli emiliano romagnoli, è un importante servizio da offrire agli elettori.

Dicesi che se si candidasse il Capo, Bonaccini, la gara sarebbe infatti solo a due, tra lui e l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani.

Se invece sarà gara aperta, non condizionata dal vertice del partito, in corsa sarebbero una mezza dozzina.

Senza alcun dubbio, in questo secondo caso, coloro i quali vorranno essere protagonisti, partecipare, esserci, andando a votare, sarebbero molti di più.

Arrigo Antonellini

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