
Appuntamento importante al Palabanca di Romagna il 13/14 settembre, per il Memorial “Sante Seganti” di basket.

Quadrangolare con la partecipazione di Andrea Costa Imola e Mobyt Ferrara, serie A2 Silver, Rimini serie B girone C e i padroni di casa dell’Orva Lugo.
Impegno importante per coach Ortasi e i suoi ragazzi chiamati, dopo quattro settimane di preparazione, alla verifica del lavoro svolto contro formazioni di elevato profilo tecnico. Occasione, per valutare l’intesa fra vecchi e nuovi inserimenti nella rosa a sua disposizione per il prossimo campionato.
Occasione importante anche per ricordare la memoria di Sante Seganti, un amico a “tutto tondo” a cui l’Orva Lugo, ha voluto intitolare questo quadrangolare.
A “tutto tondo” perché Sante Seganti, seppure non sempre sotto la luce dei riflettori, ha fatto parte della vita e della storia di questa società. Dalla “Robur “ delgli anni ’70 fino alla “Lorenzo Zanni” dei giorni nostri. Percorrendo negli anni tutti i gradini della passione per il basket, da appassionato a tifoso, a consigliere , a dirigente. Dalle partite sulla terra rossa dell’Arena Venturini al parquet del Palabanca di Romagna.
A due persone abbiamo chiesto un breve profilo di Sante Seganti come dirigente di basket e come appassionato di pallacanestro, Giuseppe Rossi e Paolo Montanari.
Ci dice Giuseppe Rossi, presidente dell’Orva Lugo: “Conoscevo Seganti per lavoro, io dirigente di una società lughese, lui funzionario di banca. Una volta scoperta la comune passione per la pallacanestro fu lui a mettermi in contatto con gli allora dirigenti della Robur per una mia entrata in società. Fu sempre lui importante traghettatore del passaggio di consegne. In questa circostanza ebbi modo di apprezzarne l’estrema correttezza, che ben già conoscevo, abbinata ad un totale distacco dalle “varie fazioni” che al tempo regnavano in Robur. E tutto in funzione e per il bene della pallacanestro lughese”.
Paolo Montanari lo ricorda come appassionato. Aggiunge: “Sante lo ricordo prima di tutto come amico fraterno e sincero. Fatta questa premessa, molte cose ci accomunavano. Il lavoro in quanto colleghi. La frequentazione delle rispettive famiglie e certamente anche la pallacanestro. Per diversi anni siamo stati entrambi consiglieri o dirigenti di questa società e da sempre, abbiamo fatto il tifo durante le partite. Anche se, devo ammettere, sulle tribune eravamo molto diversi. Io, più impulsivo che si in…cavolava ad ogni canestro sbagliato. Sante che, con un sorriso e una battuta, sapeva sdrammatizzare anche la più pesante delle sconfitte”.
Ufficio stampa
Orva Lugo