Bagnacavallo: a Palazzo Vecchio la mostra “Walking in the Nature”

Inaugurazione domani, Domenica 21 settembre alle 11. Espongono Vittoria Nardiello e Alfio Centamore

Domani, Domenica 21 settembre alle 11, presso la sala di Palazzo Vecchio, sarà inaugurata la mostra “Walking in the nature”, con opere pittoriche di Vittoria Nardiello e ceramiche di Alfio Centamore, organizzata nell’ambito del progetto “La scuola Ramenghi in città” in occasione della Festa di San Michele.


Questi due artisti si incontrano sulle magiche assonanze del colore dove i grandi paesaggi mentali ottenuti dalla Nardiello grazie a sapienti e fluide alchimie cromatiche trovano il loro controcanto nelle creazioni iperrealistiche di Centamore. 


È un progetto espositivo sul tema del viaggio dal sapore scenografico; quasi come in un teatro dell’immaginario, personaggi inesistenti si creano nella mente del visitatore grazie alle emozionalità suggerite dai paesaggi e alla presenza di oggetti che fanno parte del vestiario umano, come scarpe e borsette.

Vittoria Nardiello fa parte del gruppo di artisti che si sono formati e operano presso la scuola comunale d’arte “Bartolomeo Ramenghi” di Bagnacavallo. 


Presenta in mostra paesaggi informali su tela e su plexiglass sovrapposti. Rivive nelle sue opere il mito della energia della natura creatrice propria dello “Sturm und Drang” . 

L’incontro fra le diverse cromie disegna quelle linee di confine, quei crinali dove la terra incontra il cielo e il paesaggio si fa al contempo raffinata architettura plurisecolare che richiama valori, stati d’animo, emozionalità. 

Ogni opera, pur nella sua individualità, si coniuga all’altra con una linea di continuità che ha la funzione di fermare il flusso del divenire continuo della natura e sottolineare l’urgenza della condivisione con noi esseri umani.

Alfio Centamore si è diplomato all’istituto d’arte di Comiso a Ragusa, ha continuato negli anni la sua ricerca espressiva di sperimentatore inesauribile ottenendo risultati di alto livello. 


Oggi collabora con la scuola Ramenghi come docente. 

Modella le sue opere con la tecnica del colombino che ne preserva la leggerezza. 

Gli oggetti che realizza con sorprendente iperrealismo sono creazioni che ci restituiscono dati reali, ma nel contempo opere dove si sono depositati e sintetizzati racconti di esistenze umane, evocativi per la mente dell’osservatore. 

Affiorano così nel nostro immaginario caratteristiche ben definite, dagli aspetti psicologici del soggetto a quelli fisici e anche motori. 

Non sfugge infatti all’artista l’importanza di dare all’opera d’arte quella ludica ironia che la conduce fuori da schemi abituali.

La mostra, curata da Liliana Santandrea, resterà aperta fino a martedì 30 settembre e sarà visitabile dal 21 al 26 e il 30 settembre dalle 15 alle18:30 e dalle 20 alle23; nei giorni 27, 28, 29, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 23.

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