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Il Teatro di Bagnacavallo |
Nella ultima seduta del consiglio comunale di Lugo, il gruppo consiliare “Per la buona Politica” ed il Gruppo “Lugo Popolare”, hanno votato contro il rinnovo della convenzione, in scadenza, fra il Comune di Lugo e la Fondazione Teatro Rossini.
La Fondazione Teatro Rossini, costituitasi nell’ottobre del 2001, si occupa, come stabilito dall’art. 3 dello Statuto, di “programmare e gestire le attività del teatro Rossini e altre iniziative culturali e di spettacolo”.
Nella nuova convenzione proposta, a queste attività è stata aggiunta anche la gestione della scuola comunale di musica “Giuseppe e Luigi Malerbi”.
La Giunta ha presentato una nuova convenzione avente una durata decennale, decorrente dal primo gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2024, mantenendo inalterato il sistema di gestione vigente; un modello misto, basato su un interscambio di servizi e prestazioni di personale il cui costo grava in parte sul bilancio della Fondazione, in parte sul bilancio del Comune .
Di fronte a questa impostazione, i gruppi consiliari Per la buona Politica e Lugo Popolare hanno evidenziato alcune obiezioni.
In primo luogo si è sottolineato come sia eccessiva la durata della convenzione, proposta in dieci anni.
Si tratta di un periodo troppo lungo, due intere legislature consiliari, a cui viene ancorato un modello di gestione, impegnando, di fatto, anche i consiglieri comunali e la nuova Giunta che si insedieranno dopo le elezioni del 2019.
Per queste ragioni i due gruppi di minoranza hanno chiesto al sindaco Davide Ranalli, di limitare la durata della convenzione a cinque anni per verificare l’andamento della stessa, nel corso della legislatura consiliare corrente.
In secondo luogo si è fatto notare che lo stesso modello gestionale necessita di una verifica, per valutare se esistano altre modalità di gestione da mettere in campo, ferma restando, in capo alla Fondazione ed alla Amministrazione comunale, la programmazione degli spettacoli da tutti apprezzata e riconosciuta di alta qualità.
Le difficoltà economiche presenti portano ad interrogarsi sulla possibilità di percorrere anche altre strade, quale quella di una esternalizzazione totale della gestione delle manifestazioni culturali, così come altri enti locali stanno facendo.
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Il Teatro di Conselice |
Inoltre si ritiene auspicabile (nell’ottica di conseguire risparmi) un’integrazione delle politiche culturali dei comuni dell’Unione allo scopo di evitare sovrapposizioni di offerte ed iniziative che i vari teatri comunali, pur con le loro varie peculiarità, promuovono.
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Il Teatro di Massa Lombarda |
Difficoltà economiche che per la Fondazione Teatro Rossini si sono tradotte, già nel 2012, in una consistente riduzione dei contributi erogati al Fondo di gestione della Fondazione stessa.
Sono infatti venuti meno i 75.000 euro che venivano dati, dalla Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo, il contributo versato dalla cooperativa Iter e quello della Amministrazione Provinciale di Ravenna.
Queste le ragioni per le quali è opportuno, a giudizio dei due gruppi consiliari di minoranza, durante questo quinquennio aprire una riflessione sul modello gestionale ricercando soggetti e partners privati disposti ad investire e, da ultimo, limitare la durata della Convenzione.
Da parte del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura si è invece ribadita sia la validità del modello gestionale, sia la durata decennale della convenzione.
I gruppi consiliari Per la buona Politica e Lugo popolare hanno pertanto dovuto prendere atto della chiusura totale rispetto alle proposte avanzate, ed esprimere un voto negativo.
IL GRUPPO CONSILIARE PER LA BUONA POLITICA
Roberto DREI, Umberto GIORELLI, Bruno PELLON, Silvano VERLICCHI
IL GRUPPO CONSILIARE LUGO POPOLARE Giovanni MINGUZZI
L’integrazione…..
di Arrigo Antonellini
Occorre mediamente un’ora, porta a porta, dall’abitazione al teatro, nelle medie città.
Da Lugo a Bagnacavallo, Conselice, Massa Lombarda, pochi minuti.
Quale ricchezza culturale offrirebbe la gestione unitaria di 4-5 teatri con una ventina di spettacoli, pur salvaguardando le tradizioni e le peculiarità di ciascuno.
Quale “potere di acquisto” culturale e finanziario?