Ancora la designazione del partito??

Appena è stato ufficiale che il cervese Corsini è entrato in Giunta Regionale è iniziata  a suonare la solita musica, quella che chi ha l’età, sente dal 1948, gli altri sin da quando hanno iniziato a leggere…

Chi “designerà” il PD come Sindaco di Ravenna?

Si voterà tra poco più di un anno, nella primavera del 2016; Corsini era uno dei possibili candidati del Pd, dopo la sua esclusione ora è quindi possibile che il partito inizi a valutare le possibili candidature!


Meglio sicuramente a Faenza dove si voterà già nella prossima primavera, dove c’è un sindaco che sta terminando il suo primo mandato e che quindi ne potrebbe fare un altro e che dice, “Sono disponibile con o senza Primarie”, ma ovviamente sì, con le Primarie.


Chi ha il potere-diritto di giudicare se sta facendo bene se non i faentini stessi?

Ma Faenza, a differenza di Ravenna, è sulla via Emila e lì le cose arrivano prima. Non a caso proprio a Faenza ora c’è un sindaco che non è quello che i dirigenti del PD avevano scelto, ma quello che hanno voluto i faentini nelle Primarie..

Non ci siamo proprio, il mondo cambia ultravelocemente, il pensiero politico degli italiani, compreso quello dei ravennati, altrettanto velocemente; i partiti no, stanno lì, non si muovono.

Risulato? La metà degli italiani, dei ravennati non va a votare, l’indice di gradimento dei partiti si conta sulle dita di una mano, il numero degli iscritti è crollato.

Sono questi, appunto, i dati di fatto, che non consentono di continuare a giocare la partita come è stato fatto per settant’anni.

Come si può pensare che siano ancora una dozzina di dirigenti, nemmeno eletti a scrutinio segreto da un centesimo degli elettori, gli iscritti, a decidere il Primo Cittadino di tutti!

Il ruolo di questi pochi soliti noti non può che essere quello di arbitri, visto che gli arbitri, chi controlla che le cose siano fatte in modo chiaro e corretto, è necessario.

Quello di decidere come e quando ci si debba candidare, organizzare la gara e prendere atto del risultato della volontà popolare.


Se non sarà così, dopo gli assordanti segnali già mandati troppe volte dal “popolo”, avremo la certezza su qualcosa che sino ad ora è già però un fortissimo dubbio, specie dopo quanto accaduto a Lugo in primavera, che cioè la politica sia ormai completamente sorda al “grido di Dolore……”

Arrigo Antonellini

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