Lugo Opera Festival 2015

Caterina, Santa e Visionaria




Oggi, martedì 19 maggio alla Chiesa del Carmine ultima tappa del ciclo “Visioni Mistiche” con l’attrice Lucia Ferrati che legge testi spirituali di donne dal medioevo a oggi.




Ecco i testi di Santa Caterina da Siena con la sua fede incrollabile e le musiche di Pasquini, Frescobaldi, Cavazzoni, Morandi e Roassini interpretate dal virtuoso olandese Liuwe Tamminga.

Lugo – Ultimo appuntamento oggi, martedì 19 maggio alle 20,30 nella Chiesa del Carmine di Lugo con l’attrice Lucia Ferrati per la rassegna “Visioni Mistiche” all’interno del Lugo Opera Festival 2015. Dopo aver ascoltato testi di Ildegarda di Bingen, Juana Inés de la Cruz, Teresa di Lisieux e Alda Merini intervallate da musiche eseguite agli organi più preziosi delle chiese cittadine, ecco ora la voce di una grande santa, Caterina da Siena, patrona d’Italia assieme a Francesco d’Assisi, dal 1999 patrona d’Europa, arricchita dalle musiche di Pasquini, Frescobaldi, Bermudo, Herédia, Cavazzoni e Morandi eseguite dal grande virtuoso olandese Liuwe Tamminga all’organo Callido costruito nel 1797 nella Chiesa del Carmine.

Nata a Siena, nel rione di Fontebranda il 25 marzo 1347 (l’anno prima dell’epidemia di peste che decimerà la popolazione di mezza Europa), ventiquattresima figlia di Jacopo Benincasa, tintore e di Lapa Piagenti, Caterina a sei anni comincia ad avere “visioni”.


A sette anni fa voto di verginità. Nello stesso tempo comincia un percorso di mortificazione, fatto di digiuni e, in seguito, di utilizzo del cilicio. Verso i dodici anni i genitori, ignari del suo voto, cominciano a pensare di trovarle marito. Caterina reagisce anche con il taglio completo dei capelli e chiudendosi in casa con il capo coperto da un velo. A 16 anni entra nel convento delle Domenicane.

Da analfabeta impara a leggere e a scrivere perfettamente attraverso le letture sacre e comincia un intenso percorso di carità assistendo persone malate e indigenti e facendo opera di pace tra fazioni e famiglie avverse. Attorno a lei si costituisce ben presto una numerosa famiglia spirituale composta da persone di ogni condizione sociale. I suoi discepoli saranno detti in seguito “Caterinati”. Caterina non si mostra intimorita al cospetto dei potenti e si rivolge loro da pari a pari.

Scrive molte lettere al Papa, espone i suoi pensieri innovativi sulla conduzione della chiesa, propone riforme sostanziali ai costumi del clero e nuove crociate contro gli infedeli. Il suo operato “politico” viene riconosciuto e apprezzato da vari papi e la sua attività non conosce soste, fino ad arrivare a sedare il tumulto dei Ciompi e ottenere la pace fra Firenze e il papato. L’attività di Caterina non conosce soste. Riceve le stimmate, si impegna personalmente nel Concistoro e interviene per evitare li scisma fra il papa e l’antipapa Clemente VII imposto dai francesi.

Provata da una vita di indicibili fatiche, di digiuni e di astinenze forzate, Caterina muore a 33 anni, il 29 aprile del 1380. Viene canonizzata da Papa Pio II nel 1461. Il 4 ottobre 1970, Papa Paolo VI dichiara Caterina “dottore della Chiesa”. Dal 1939 è inoltre patrona principale d’Italia, assieme a San Francesco d’Assisi, per nomina di Papa Pio XII e, dal 1 ottobre 1999, Patrona d’Europa per nomina di Papa Giovanni Paolo II.

La sua vita, i suoi pensieri, la sua fede incrollabile sono contenuti nel suo Epistolario, uno dei testi più significativi della letteratura religiosa medievale, opera potente e dal linguaggio piuttosto crudo. “La mia decisione è presa, non data da ieri – scrive Caterina ai genitori che vorrebbero maritarla – e l’ho rispettata finora senza cedimenti o rimpianti. Oggi sarebbe più facile rendere una pietra molle come cera che strapparmi dal cuore questa determinazione. Perdete il vostro tempo a combatterla. Essere la serva di Dio significa non essere soggetta all’autorità di nessun uomo. Cancellare ogni sensazione umana di dolore, fatica, desiderio sessuale e fame significa essere padrona di se stessa”.

Questa è una delle pagine che saranno lette dall’attrice pesarese Lucia Ferrati, una specialista di letture inframezzate da musica. Musica in questo caso di Bernardo Pasquini, Girolamo Frescobaldi, Juan Bermudo, Sebastian Aguiléra de Herédia, Girolamo Cavazzoni, Anonimo (per Hatikvah, la speranza, Inno nazionale di Israele), Giovanni Morandi, infine Gioachino Rossini. Il tutto alla tastiera dell’organo Callido dalle mani del noto organista olandese Liuwe Tamminga, considerato uno dei massimi esperti del repertorio organistico italiano del Cinque-Seicento, titolare degli organi storici della Basilica di S. Petronio a Bologna insieme con Luigi Ferdinando Tagliavini, di cui è discepolo. Ha inciso una quindicina di CD vincendo numerosi premi internazionali, e dal 2010 è curatore del museo degli strumenti musicale di San Colombano-Collezione Tagliavini di Bologna.

Biglietto unico a 3 euro.Info e prenotazioni: 
Teatro Rossini LugoPiazzale Cavour 17
48022 LUGO

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