Centenario della nascita dello storico lughese Ivo Tampieri

Riceviamo da Giovanni Baldini e pubblichiamo



Lugo. “Nacqui mediterraneo di stirpe italica vissi pensiero e azione europeo muoio conscio della unione universale delle genti in Cristo”: con queste parole Ivo Tampieri, uno dei grandi cultori di memorie storiche lughesi, si congedò dal mondo il 10 maggio 2005. Ancora tre settimane e avrebbe compiuto 90 anni.

Nato a Lugo l’1 giugno 1915 (dunque, l’1, il centenario della nascita passato sotto silenzio) Ivo era il maggiore di tre fratelli; gli altri due sono stati Delia e Bruno.

Inoltre, nella sua lunga vita, ha conosciuto più volte l’infausta esperienza della vedovanza: nel 1943, morì la prima moglie, Landina Landi, che gli aveva dato tre figli (Giorgio, Paolo e Vittorio); nel ’60, scomparve Darma Babini, da cui erano nati Giovanni e Anna Maria. Poi Giovanna Marangoni. Infine, Liliana Fattoretti, la quarta moglie e ultima compagna di vita.

Quanto ai figli, sono volti noti a Lugo: Giorgio, presidente della ciclistica “Baracca”, Paolo attivo nel volontariato, Vittorio, il quale si è guadagnato nel corso degli anni una fama pari, se non addirittura superiore a quella del padre, con i suoi libri di poesie e con alcuni importanti saggi di storia locale. E anche l’arch. Giovanni è molto conosciuto in città per la sua attività professionale, politica e collezionistica.

La produzione storiografica (libri e articoli) di Ivo Tampieri è vastissima. Il suo nome, però, è indissolubilmente legato allo stradario di Lugo, sul quale uscì il primo tomo nel lontano ’75 e l’opera completa (capoluogo e forese) in cofanetto nel 2000, sempre per le edizioni Walberti. Sappiamo che ha scritto sui più svariati temi: sul 50° della morte di Baracca (1968), sull’osteria di Chilone (oggi non più esistente), su Villa Bolis, il Card.


Staffa, solo per citarne alcuni. Ed è stato attivo fino all’ultimo collaborando alla stesura del libro Beatrice Manzoni Ansidei donna della carità a sessant’anni dalla morte, che venne presentato il 4 giugno di dieci anni fa in un locale della Collegiata di piazza Savonarola. A quest’ultimo riguardo, va precisato che, vista l’età avanzata, Ivo dettava e il figlio Vittorio scriveva, sistemava e, a sua volta, arricchiva la narrazione storiografica.

Questo era Ivo Tampieri: maestro elementare, fondatore (assieme ad altri) della DC lughese, cavaliere della repubblica, commendatore, già presidente della C.R.I. lughese, ma soprattutto apprezzato e temuto storico locale. Temuto anche da chi scrive che, nel 1991, nel corso di uno scambio epistolare, ricevette un garbato ma fermo richiamo ad un maggior rigore filologico, virtù che chi scrive di storia non deve mai pensare di possedere in eccesso.

A dare l’addio al tenente colonnello Tampieri, nella chiesa di S. Francesco di Paola (a cui aveva dedicato un libro nel ’90) ci furono le note del “Silenzio fuori ordinanza”, che suscitarono viva commozione fra i presenti.

Alcuni anni fa, l’istituto Romandiola aveva pensato di dedicargli una giornata di studi in occasione del centenario della nascita che coincide col decennale della morte.

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