Renzi perde perchè come Capo del Governo è il primo responsabile del dramma dell’astensionsimo

Non sono all’altezza per fare il commentatore politico, tanto meno a livello nazionale.

Mando solo qualche telegramma per chi non fosse informato sul come sono andate le elezioni di Domenica scorsa 31 maggio, immagino però pochissimi, nella politicizzata Bassa Romagna.

E lo farò anche in modo scorretto, per essere “onesto” come poche giornalisti sono, dalla mia ottica, quella di elettore PD, di Renzi.

Intanto da noi a Faenza.

E’ ballottaggio perchè nessuno dei candidati a sindaco ha superato la soglia del 50% dei voti.

Il 14 giugno dunque si tornerà alle urne per la sfida a due tra il sindaco uscente del Pd, Giovanni Malpezzi (sostenuto anche dall’Idv e da due liste civiche ‘La tua Faenza’ e ‘Insieme per cambiare’), che si è fermato al 45% delle preferenze ed il candidato della Lega Gabriele Padovani, sostenuto anche dalla lista civica ‘Gabriele Padovani sindacò, che ha totalizzato il 20,34% dei voti.

A Faenza ha votato il 59% degli aventi diritto!!

Pazzesco, da noi in Romagna, dove votava non tanto tempo fa quasi il 90 per cento e nella Romagna Rossa, il candidato del Pd ha avuto il 45 per cento del 59 per cento dei faentini, il 27 per cento quindi: tre faentini su quattro non votato il loro sindaco!

Ma le Primarie, no? Hanno fatto l’esame quattro dirigenti di partito, rappresentanti il 5 per cento dei faentini, sentenziando che andava tutto bene così!

Dovremmo forse pensare che a Lugo, dopo lo storico ballottaggio di un anno fa, l’esame lo faranno in via Matteotti?


I veneti: ma chi possono votare i veneti se non la Lega?

I liguri: se i candidati della sinistra sono due, come fa uno dei due a vincere?

Gli umbri: confermano il PD

I marchigiani: confermano con ampio margine il PD


I pugliesi: scelgono con un margine enorme il candidato del Pd e portano dal Sel al Pd il governo della Regione


I campani: eleggono chi hanno scelto con le Primarie del Pd e tolgono a Berlusconi il governo della Regione


5 a 2, una vittoria non tennistica ma schiacciante del Presidente del Consiglio, del Pd, che con il crollo di Berlusoni ora succube numericamente della Lega e con la tenuta del M5S, ora ha chiaramente due opposizioni equivalenti e non alleabili, il miglior modo per vincere. 


Democrazia vuole che chi governa abbia un margine ampio in modo da confrontarsi, decidere non da solo, ma con la più ampia rappresentanza popolare possibile.


Dopo il miserevole fallimento delle larghe intese (Berlusconi: la massima carica dello Stato, il Presidente, deve andar bene a noi!) e il muro tra Pd e Lega a livello dei valori e dei princìpi, è tempo davvero di fare ogni sforzo per dialogare con il M5S, a partire dal livello locale, com’è giusto che sia in una democrazia.


Arrigo Antonellini

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