Interpellanza in Provincia di Gianfranco Spadoni e pubblichiamo

L’ atto finale, non certo indolore, della società consortile S.te.p.ra costituita nel 1982 con lo scopo, di promuovere il marketing territoriale, e già da molti anni in grave difficoltà finanziaria al punto di mettere a completo rischio, la continuità operativa causa il deficitario stato di liquidità finanziaria, è stato affidato a un liquidatore e al revisore unico dei conti.
La società è stata posta in liquidazione il 26 luglio 2013 con la motivazione di “..dare trasparenza esterna ad una situazione già manifestatasi, e cioè la volontà di svolgere la vendita di tutti i beni per arrivare poi in seguito allo scioglimento della società…”.
Stepra inizialmente forse aveva una sua funzione strategica, ma fondamentalmente la compagine sociale composta dalle partecipazioni della Provincia di Ravenna e della locale Camera di Commercio con euro 1.338.881 pari al 48,51% per ciascun ente, oltre al Comune di Ravenna con 1,57% e una modesta polverizzazione delle rimanenti quote frazionate fra i vari comuni, negli ultimi anni ha continuato a presentare bilanci molto negativi.
E specificamente su questo argomento generale sollevato in diverse circostanze dalla Corte dei Conti, la quale ha richiamato più volte gli enti locali colpevoli di ricorrere eccessivamente allo ‘strumento partecipativo’, sino a definirlo inutile o privo di attinenza con le finalità delle pubbliche amministrazioni.
Oltretutto con il probabile rischio di viziare i bilanci degli stessi enti locali, costretti a sostenere, come nel caso di specie, le perdite d’esercizio generate dalla partecipata. Tornando, poi, agli ultimi bilanci di Stepra, almeno quelli dal 2011 la situazione è talmente difficile da confermare un trend pesantemente negativo, a cominciare dall’ ammontare del patrimonio netto non in grado di coprire la totalità dell’attivo a lungo termine. Il rapporto d’indebitamento fra debito e capitale è molto elevato e la situazione complessiva negli ultimi anni, come si diceva, è precipitata ulteriormente.Tale situazione d’indebitamento è costituita prevalentemente da debiti verso banche (oltre il 90%) con oneri finanziari in crescita, e da mutui passivi con pesantissimi interessi. L’indebitamento, di fatto, supera in modo rilevante le risorse disponibili e questo rappresenta uno dei principali punti di debolezza della società consortile.
Per questo il Consiglio provinciale deve essere messo nelle condizioni di prendere visione della situazione e del lavoro sino a oggi svolto dal liquidatore, e a tal proposito, stupisce come l’altro socio di maggioranza, vale a dire la Camera di commercio con il 48,1%, non faccia sentire la propria voce rispetto all’argomento in oggetto. Pertanto, alla luce di quanto sopra,
si chiede
di trattare l’argomento di totale competenza del Consiglio, in un’apposita seduta consiliare dopo avere ottenuto una relazione circostanziata e le note di bilancio della fase di liquidazione.
Gianfranco Spadoni