Riceviamo da Gianfranco Spadoni e pubblichiamo
Non ci sono parole adatte per descrivere la grande sofferenza delle persone quando perdono la vita giovani come nell’ultimo incidente avvenuto a Camerlona.
E oltre al profondo dolore che la comunità esprime in modo accorato nei confronti della famiglia, vanno analizzate alcune questioni tese a migliorare le infrastrutture viarie, specie in arterie di così elevato flusso di automezzi.
Riguardo l’incidente di Camerlona, rispetto alla larghezza della carreggiata della statale 16, la Reale è molto più stretta e, in particolare, prima dell’imbocco fra queste due strade sarebbe opportuno un ulteriore segnale luminoso volto a richiamare l’attenzione sul restringimento della Reale stessa. Poi si apre il capitolo di guard rail che sulle nostre strade sono collocati nelle tipologie più diverse sia come modelli sia come dimensioni.
Sempre a proposito della località di Camerlona, forse se vi fosse stato un guard rail più lungo e più basso, dotato di una sorta di “invito” con sagome di materiale plastico – gommoso per attutire gli urti e permettere un contenimento elastico degli urti, e provvisto di catarifrangenti o segnaletica luminosa, sicuramente l’impatto sarebbe stato diverso.
È vero che i citati guard rail sono stati ideati per contenere i veicoli all’interno della carreggiata e per limitare gli incidenti dovuti principalmente allo sbandamento, ma è altrettanto vero, tuttavia, come l’installazione di queste barriere di protezione debbano essere più sicure e, soprattutto dotate di sistemi idonei a garantire l’incolumità dei conducenti.
Occorrerebbe migliorare, in altri termini, queste barriere metalliche montando attenuatori d’urto e sistemi di protezione specie nelle curve, nei guard rail particolarmente alti, alla presenza di pali e, più in generale, nei tratti stradali ad alto tasso d’ incidentalità. Va aggiunto anche, come spesso nelle strade secondarie – ma è anche il caso di via Reale, tali dispositivi metallici di sicurezza, siano posti a ridosso della carreggiata in mancanza della banchina e in molte situazioni si trovino coperti da arbusti e cespugli incolti.
Da questa breve nota sorge, dunque, l’esigenza di rivedere gli impianti di protezione esistenti sostituendo le barriere obsolete o danneggiate , migliorando, al contempo, quelli esistenti attraverso attenuatori d’urto e sistemi di maggiore sicurezza.
Invito, dunque, la Provincia a verificare gli impianti di propria competenza e di farsi parte attiva con Anas per migliorare la situazione infrastrutturale e viaria del territorio.
Gianfranco Spadoni
Consigliere provinciale Udc