Poteva essere comunicata meglio

Me lo dice Francesco Monti, lo dice ai lettori del suo giornale, “il Resto del Carlino”, commentando il mio articolo sul vostro, di giornale, “Il posto letto e il suo pediatra” di lunedì scorso 22 giugno.


Dopo ever ripreso le motivazioni dell’eliminazione a Lugo (nella Bassa Romagna) del posto letto notturno di pediatria che io riportavo nel mio articolo, Monti sottolinea che i circa cento casi trattati in un anno dalla nostra pediatria “non sono poi pochissimi” e che “quanto accaduto sia comunque una riduzione del servizio sul territorio”.

Azienda, l’hanno voluta chiamare ubriachi di modernismo (nome peggiore non poteva esserci per la sanità pubblica)!



Si applichino allora le leggi di mercato, dove l’offerta si adegua alla domanda.

La domanda di interventi ospedalieri per i bimbi dei centomila romandioli è bassa (i posi letto della pediatria a Lugo erano sei ora ne era rimasto uno), con l’aria che tira non si può chiedere che con i soldi di tutti gli italiani che nel nostro ospedale si faccia la “guardia ai bidoni vuoti”….

Ma si deve andare oltre, nella sanità, con la Politica, appunto, quella con la P maiuscola, che è altra cosa rispetto alle polemiche partitiche.



Cosa determina la quantità della domanda? 

E’ l’efficacia delle risposte ai problemi di salute, nel caso le risposte dei servizi ospedalieri.

Efficacia che si sa, come sempre, dipende dalla professionalità delle persone, nel caso, dagli infermieri, al Primario e p
iù di tutti ovviamente del Primario, a sua volta decisamente influente anche sulla professionalità dei suoi collaboratori, a tutti i livelli.

La difesa e la valorizzazione di un ospedale “politicamente” importante come quello con un bacino di utenza di centomila persone passa attraverso la richiesta, la giusta pretesa, di avere personale qualificato, a partire appunto dai Primari.

E’ qui che le regole dell’economia privata saltano, con i suoi freddi numeri, è qui che scende in campo e prevale la politica com’è necessario che sia nel primo dei servizi pubblici, la sanità.

“Pochi utenti in un reparto? Non serve un bravo medico, è sprecato e a loro volta i bravi non vanno volentieri”. 

No, non deve essere così, centomila sono tanti cittadini, meritano di più, deve andare uno bravo, non è “corretto” farli muovere sempre i centomila, viaggiare, con tutti gli enormi disagi che questo comporta. 


Pari opportunità, riequilibrio, sostegno alle periferie, impone la politica, quella di sinistra per prima.

E’ stato così a Lugo con la senologia, deve assere così per tutti i reparti che abbiamo e che vogliamo mantenere e far crescere. 



Dobbiamo pretendere un’offerta di qualità, non difendere ciò che non è più difendibile, dovevamo pensarci prima, dobbiamo farlo da qui in avanti. 

La partita del ruolo di un ospedale si gioca su questo. 

Non si possono chiudere reparti dove i numeri dei ricoveri sono alti, dove i numeri dei “clienti” (in realtà siamo proprietari non clienti) sono alti.
Legge di mercato, dell’economia questa, nel privato come nel pubblico.

E’ quindi su questo versante che i nostri diretti rappresentanti, i sindaci dei nove comuni, devono vigilare, controllare, “lottare”.

Se poi ci decidessimo ad averne uno solo a rappresentarci tutti e centomila con pieno, diretto, mandato popolare, faremmo cosa buona e giusta e non certo solo per la sanità.

Arrigo Antonellini

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