Come tutti gli argomenti, anche quello riguardante i daini si ha l’impressione sia stato accantonato per palese incapacità di soluzione.
Tra l’altro, oltre ai discutibili metodi cruenti adottati ostinatamente in precedenza dalla Provincia, al momento tutto tace, mentre alcune essenziali operazioni potrebbero essere oggetto di approfondimento se non addirittura di esecuzione concreta.
Ad esempio, le proposte di recintare determinate zone, specie quelle più esposte e adiacenti alle vie di comunicazione per evitare possibili incidenti, pare non siano state prese in considerazione. A quest’ azione di tipo preventivo e precauzionale, si aggiunge la questione focale della limitazione della crescita della popolazione del daino nella pineta.
Se, infatti, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale esprime perplessità sull’uso dell’ immuno contraccezione, occorre pensare ad altri percorsi tesi a mantenere stabile la presenza controllata di questi esemplari, avendo, peraltro costatato in tutti questi anni un’ evidente mancanza di vigilanza. Se non, addirittura, un’acquiescenza da parte degli enti pubblici preposti rivelatasi poi dannosissima dal punto di vista ecologico.
A tal proposito appaiono inspiegabili le ragioni della mancata applicazione del Programma di gestione del daino della Pineta di Classe da parte della Provincia, nei fatti reiterata negli anni e causa lampante di questa proliferazione incontrollata.
Tra l’altro, sino dal 18 maggio 2015 giace una mia richiesta di accesso agli atti presso gli uffici della Provincia per conoscere il progetto del Piano completo, vale a dire i dettagli riferiti ai prelievi, selezione, abbattimenti, sterilizzazioni, cattura, possibili trasferimenti in altri siti, ipotesi di recinzione e, non ultimo, i risultati dei censimenti per opera dell’ente di piazza Caduti.
Nonostante siano trascorsi i tempi previsti dal regolamento, solo a fine giugno scorso e dopo avere sollecitato la risposta dovuta per legge ai consiglieri, è giunta una laconica nota di tipo interlocutorio (senza data e protocollo), che lascia completamente in sospeso la questione. Anzi, al contrario, tutto questo fa pensare a una situazione confusa di stand by in cui la stessa giunta – di fatto – conferma di non sapere come condurre la situazione e che strada percorrere.
Manca, insomma, un programma di prospettiva, di prevenzione, di controllo e di gestione del daino, per evitare situazioni di emergenza gestita e vissuta in malo modo.
Gianfranco Spadoni
consigliere provinciale Udc
Ravenna