Riceviamo da Tiziano Bordoni e pubblichiamo
Continua la politica governativa di tagli alla Sanità di cui l’accordo Stato-Regioni per ulteriori riduzioni per 2,3 miliardi di euro rappresenterà nei fatti una ulteriore compressione della qualità e dell’offerta dei servizi sanitari e un ulteriore assalto ai diritti costituzionalmente sanciti di diritto alle cure.
E’ strano che una società come la nostra che calcola la produttività in maniera “scientifica” sia così restia a conteggiare i costi sociali derivante dalle conseguenze di lunga durata derivanti dal fatto che una parte crescente della popolazione rinuncia o posticipa controlli e spese sanitarie assistenziali per mancanza di disponibilità economica. Forse perché se non possono più spendere non sono più utenti dei servizi e quindi la loro “soddisfazione” non trova più posto nelle statistiche?
Ci sono settori che non possono essere asserviti alla logica del profitto e che la sanità è uno di questi. Lo Stato ha l’obbligo di garantire assistenza a tutti i propri cittadini e il “contributo” alla spesa sanitaria non deriva da ulteriori ticket e tasse sulla salute ma semplicemente dal pagamento delle imposte su redditi e profitti prodotti, dalla fiscalità generale ampiamente sbilanciata nella sua applicazione nel nostro paese.
Questo sistema con un pubblico in ritirata e un privato in espansione (ma spesso dipendente dalle convenzioni con il pubblico), in cui anche gli interventi medici sono classificati in ragione del margine derivante e che ha costruito immense fortune o immani dissesti finanziari è al capolinea.
I tagli concordati prevedono tra le altre cose una serie di penalizzazioni per i medici che prescrivono troppi esami specialistici o esami considerati “inutili” (chi lo deciderà?) e ulteriori appalti al ribasso (lavanderia cibi mense, ecc), nonché riduzioni “della lunga degenza” e delle centrali operative del 118. Il Governo ha trovato nuovi sistemi per abbreviare la durata di alcune malattie o infortuni?
Le soluzioni di questo problema non sono di natura manageriale, non lo sono mai state sono politiche e frutto di scelte. Se si vogliono cambiare le scelte prese bisogna cambiare anche chi le ha fatte.
Tiziano Bordoni
Capogruppo – Rifondazione Comunista – Comunisti italiani – Per la Sinistra – Comune di Conselice
Capogruppo – Federazione della Sinistra – Provincia di Ravenna.