Il medico risponde

Il medico risponde
di Virgilio Ricci


“Stiamo in tema del nostro giornale on line, quali sono le problematiche del tunnel carpale?
Massimo Sangiorgi”


Grazie, massimo, domanda interessantissima per il direttore!
ana
“La sindrome del tunnel carpale (STC) è uno stato doloroso progressivo, che interessa inizialmente solo il palmo della mano (tranne il mignolo),che è causato dalla compressione al polso del nervo mediano. 

Ma cosa è il tunnel carpale? E’ una struttura simile ad un arco, fra la parte interna del polso e il palmo della mano , costituita da ossa e legamenti .attraverso di essa passano 9 tendini e un nervo (il mediano), quest’ultimo con funzione motoria e sensitiva.

La STC non è una malattia del nervo , ma la combinazione di una serie di cause che aumentano la pressione sul nervo e sui tendini. 

Penso sia corretto dire che la STC è un disturbo congenito, determinato da un tunnel carpale ristretto. 

Su questo dato anatomico influiscono fattori scatenanti che causano gonfiore come i traumi , stress lavorativo , l’ uso ripetitivo di strumenti vibratori , l’artrite reumatoide , l’ipotiroidismo , la ritenzione idrica in gravidanza e la menopausa sono i fattori più frequentemente in causa. 

La malattia è molto più frequente nel sesso femminile e in genere compare in età adulta.

Sono da considerarsi a rischio alto le persone affette da diabete, in quanto la malattia stessa può coinvolgere il tessuto nervoso o lo rende più suscettibile alla compressione.

I sintomi di solito sono inizialmente localizzati alla faccia palmare della mano e sono caratterizzati da intorpidimento, formicolio e dolore, più frequenti di notte. 


Compaiono difficoltà ad eseguire lavori manuali anche semplici e diffusione del dolore verso il braccio e la spalla. 

Il lato del pollice è il più grave, il dito mignolo non è mai interessato. 

Se il quadro si aggrava può comparire atrofia dei muscoli della base del pollice. 

Per porre diagnosi occorre un esame obiettivo al polso che esamini la dolorabilità e il gonfiore, associato ad una anamnesi e ad eventuali esami di laboratorio.

Vi sono poi test manuali al polso, molto semplici, che possono riprodurre i sintomi della STC. 

Nei casi dubbiosi la conferma della diagnosi può essere agevolata dalla esecuzione di radiografie, elettro miografia, sopratutto elettroneurografia.

La terapia dipende dalla gravità e dalla durata dei sintomi.


E’ conservativa quando la sintomatologia è insorta da pochi mesi e i disturbi sono ben sopportabili; è chirurgica se i mesi di insorgenza sono almeno sei e i dolori sono intensi. 

La terapia conservativa consiste sostanzialmente nella applicazione di un tutore per il polso e di cortisonici. 

Il tutore può essere indossato tutto il giorno, ma sopratutto la notte, per impedire al polso di flettersi e provocare dolore e formicolio. 

I cortisonici possono essere somministrati sia per bocca che per via iniettiva locale.

Occorre prudenza nel loro uso per i possibili effetti collaterali.

Anche l’agopuntura ha trovato applicazione, anche se i risultati non sempre sono stati soddisfacenti. 

O meglio accanto a descrizioni di efficacia da parte di diversi Autori, altri Autori non hanno riscontrato risposte positive.

Stesso discorso vale per la chiropratica. Sembra che lo yoga migliori i sintomi 

Con la supervisione di un fisioterapista esperto, gli esercizi di stretching e rafforzamento hanno una validità. 

Di grande importanza è il mantenere il polso a riposo e la applicazione di ghiaccio.

Va poi sottolineato come sia necessario, sopratutto in chi quotidianamente deve utilizzare il computer per lavoro, una corretta posizione nell’uso della tastiera. 

In pratica occorre che la tastiera sia al massimo a livello dei gomiti. Va comunque sottolineato che a tutt ‘oggi non vi è evidenza scientifica di correlazione attività manuali-STC .

Il trattamento chirurgico viene eseguito ambulatoriamente, quasi sempre in anestesia locale.


Consiste in uno sbrigliamento del nervo al carpo, attraverso una piccola incisione. 

Ad intervento eseguito il dolore si risolve velocemente, mentre le parestesie, cioè il formicolio, può perdurare in quanto il nervo, se compresso molto e lungamente, può anche non recuperare. 

Fra le possibili complicanze sono da ricordare la infezione, le lesioni nervose e la recidiva.

La più temibile è la sindrome algoneurodistrofica, rarissima ad insorgere ma difficilissima a guarire, sopratutto se non diagnosticata in tempo”.
Dott. Virgilio Ricci

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