S.TE.P.RA. liquidazione difficile

Il caso di Bagnacavallo con un vestito su misura

di Gianfranco Spadoni

La società consortile affidata al liquidatore per la chiusura definitiva dovuta a una disastrosa gestione in mano a politici e a tecnici di ogni colore, nonostante l’impegno e la serietà del professionista chiamato a svolgere la funzione di liquidatore per conto della Provincia e della Camera di commercio, dovrà vivere ancora molti anni di sofferenza.Esiste, infatti, un cospicuo patrimonio immobiliare di oltre 30.498.700,00 ma allo stesso tempo questo è coperto quasi interamente da mutui e ipoteche bancarie, e, inoltre, nella valutazione complessiva, seppure a latere, si noti come siano presenti ben 5.094.000,00 costi residui di urbanizzazione. Il peso maggiore, in ogni modo, è questo rapporto d’ indebitamento molto evidente fra debito e capitale costituito prevalentemente da debiti verso banche, aggravato dalla situazione complessiva di crisi edilizia che ha portato la società in oggetto alla liquidazione.

Una buona boccata d’ossigeno per Stepra, forse una delle poche realmente concretizzabili a breve, è rappresentata dall’operazione riguardante il comparto 1 di Bagnacavallo a favore del più grande discount italiano, per il quale, il Comune di Bagnacavallo con il contributo diretto della Provincia di Ravenna, ha modellato su misura le necessarie varianti finalizzate a chiudere il cerchio. Stepra, dunque, chiude il debito ipotecario residuo su questo comparto e attraverso il contributo diretto degli enti pubblici si dà concretezza all’ iniziativa favorevole al grosso gruppo commerciale, senza tenere conto dello stravolgimento dell’economia locale già completa di ogni tipologia di vendita commerciale non solo su quella località, ma sull’intero territorio dei comuni adiacenti. 


 Peraltro si tratta di un’area in cui sono terminate tutte le opere di urbanizzazione, eccetto costi residui pari a 50,00 euro, e quindi, l’operazione anche a fronte di un ricorso pendente presso il tribunale amministrativo di Bologna, appare semplificata e completamente in discesa grazie alla serie di interventi agevolativi da parte del comune interessato e della stessa amministrazione provinciale.

Purtroppo si tratta dell’ennesima sperimentazione disastrosa di gestione pubblica in società partecipate che dovrebbero essere, invece, in mano ai privati con il controllo del pubblico. Una gestione, quella di Stepra, che ha comportato continui contributi da parte della Provincia, viziando in questo modo i bilanci e gli stati patrimoniali dell’ente stesso a sua volta destinato a scomparire.

Alla fine, dunque, chi paga questa mala gestione? Senza dubbio i cittadini!

Gianfranco Spadoni
Consigliere provinciale Udc

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