Sabato a Lugo

Il percorso storico didattico curato da Laura Orlandini e Serena Sandri sarà inaugurato nei locali della Biblioteca Trisi sabato 9 aprile alle 10,45 alla presenza delle autorità.

Davide Ranalli Sindaco di Lugo
Anna Giulia Gallegati Assessora alla Cultura
Alessandro Zucchini direttore IBC Regione Emilia-Romagna
Mirco Bagnari Consigliere Regione Emilia-Romagna
Giuseppe Masetti Direttore Istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea di Ravenna e provincia
Daniele Serafini Direttore Museo Baracca
Intervento di
Laura Orlandini ricercatrice
La guerra delle donne.
Ivana Pagani
Biblioteca Comunale Fabrizio Trisi
Piazza Trisi, 19 Lugo
Tel. 0545 38552 –
e-mail: trisi@comune.lugo.ra.it
www.bibliotecatrisi.it
Le cartoline di propaganda raccolte nella collezione Baldini sono una finestra molto interessante per osservare e capire la Grande Guerra. Nel diffondere le ragioni del conflitto, nel farsi veicolo di messaggi di incoraggiamento, d’esortazione o di conforto, proiettano un immaginario composito e sfaccettato di miti e paure.
La donna è una delle protagoniste principali: se al fronte vanno gli uomini, l’elemento femminile si rivela fondamentale per raccontare e giustificare la guerra in corso. L’Italia stessa è donna, è “patria” e madre che esorta i suoi figli al combattimento, è condottiera armata e al contempo figura che necessita d’essere riscattata.
È costante la necessità di reiterare un messaggio di conforto, l’immagine positiva – seppur passiva ed inerte – della donna che resta a casa in attesa, rappresentante di dolcezza ed amore in mezzo alle brutture e violenze della guerra.
Sono immagini che ribaltano in qualche modo un protagonismo del tutto opposto, emerso con forza nei mesi della neutralità italiana e riaffermatosi anche durante il conflitto: proprio le donne si mobilitarono massivamente contro la guerra, contro la partenza dei loro figli e mariti, mettendo in allarme in più occasioni le forze dell’ordine, in particolare nel ravennate.
Così come alle donne fu interamente affidata l’assistenza a militari e profughi, nonché l’effettivo funzionamento della vita lavorativa e civile mentre gli uomini erano al fronte. Un protagonismo femminile, considerato “ausiliario” ed osservato a volte con ironia, che si rivelò fondamentale nel percorso di emancipazione e partecipazione delle donne alla vita pubblica.