
Capita che andando a scuola….di giornalismo, ai corsi di aggiornamento promossi dall’Ordine, venga ricordato agli “allievi” quanto il loro lavoro sia “importante”, ricco (ricco?) di pesanti responsabilità.
Un fatto di cronaca di alcuni giorni fa lo mette in chiara luce.
I media hanno cambiato la vita ad una persona.
Nel caso cui mi riferisco, la ragazza che uccise con la punta dell’ombrello, il quarto potere, i media, hanno però cambiato anche una decisione della giustizia, fatto negare la libertà parziale della condannata.
Dopo sette o otto anni (non mi ricordo ma è grave perchè un anno nella vita di una Persona è tanta cosa) di privazione della libertà, è uscita, si è fatta alcune foto respirando la libertà, i media hanno colto la cosa, l’opinione pubblica ha strillato anche perchè le foto sono state presentate: “Guardate qua, prima uccide, poi si diverte al mare”, perchè detta così la notizia vende di più.
Senza la nuova tecnologia quella ragazza avrebbe vissuto un’altra parte della sua vita in modo diverso, come pure se il primo giornalista che ha visto quelle foto invece di “venderle” le avesse cancellate.
Già, ma nella nostra deonologia c’è l’obbligo di darle le notizie di interesse pubblico.
Il direttore