Nel nostro territorio ci sono meno incidenti?

Riceviamo da Gianfranco Spadoni e pubblichiamo


Recentemente abbiamo affrontato l’argomento delle mappe acustiche contenute nel ‘Piano d’azione relativo agli assi stradali di competenza provinciale’ esaminando, nel dettaglio, le principali strade con flussi di traffico elevato.


A tal proposito ricordiamo come la strada più trafficata classificata nel suddetto Piano sia la Cesena – Cervia frequentata da 5,2 milioni di veicoli, seguita dal primo tratto della ‘Canale Naviglio’ Faenza – Bagnacavallo con 5,1 milioni di mezzi. In terza posizione la San Silvestro Felisio – secondo tratto- con un flusso di 5,047 milioni di veicoli. 

Come si ricorderà, tale lavoro ha consentito alla Provincia di Ravenna di compiere un’analisi aggiornata del piano di azione esistente con il principale scopo di abbattere il rumore migliorando la situazione in aree dove l’esposizione dei residenti è ritenuta elevata o particolarmente soggetta a inquinamento acustico. 

Strettamente legato a quest’aspetto vi è una questione ben più importante, cioè quella della sicurezza stradale; e anche qui ci viene in soccorso una rilevazione degli incidenti compiuta sempre dalla locale amministrazione provinciale, riferita agli anni 2001-2011, da un lato molto indicativa, ma allo stesso tempo priva di aggiornamenti. Da questo lavoro, tuttavia, emerge come in generale siano diminuiti i decessi, ma nelle strade extraurbane, ad esempio, nel 2001 su 1189 incidenti il numero di feriti era pari a 1731 con 43 decessi, mentre nel 2011 gli incidenti si sono ridotti a 954 con 1339 feriti e 16 morti. 

In teoria, quindi, l’indice di pericolosità diminuisce, mentre il costo sociale riferito alla sola città di Ravenna nell’ ultimo anno in questione è molto elevato, vale a dire 757 mila euro per abitante, e in tutta la provincia seconda solo a Cervia con un costo di 912 migliaia di euro. Un altro dato avvalorato dalla rilevazione Istat, per alcuni aspetti, scontato, ma interessante è il raffronto fra strade extraurbane e urbane. 

Sempre nel 2001 nelle strade extraurbane il numero d’ incidenti era del 30,50% con il 34,43% di feriti e con il 60,34 % di decessi mentre nelle vie urbane il totale degli incidenti è raddoppiato rispetto a quelli precedenti, 60,44%, con 61,33% feriti e 31,03% morti. Nel 2011 emerge, ancora, un dato in controtendenza per le strade extraurbane con un numero di incidenti pari al 31.05% e il 67,44% di morti, mentre nelle vie urbane si passa a 66,15% di incidenti con 62,95% feriti e 25,58% decessi, Nella nostra rete stradale provinciale, inoltre, sono ben 265 gli incidenti con 392 feriti e 16 morti con il costo sociale per abitante che schizza a 51.174.296.

La questione di per sé molto complessa e delicata, può essere migliorata con monitoraggi e lodevoli studi mirati – seppure poco aggiornati! – ma ormai la situazione è giunta a livelli dimensionali talmente critici obiettivamente difficili da contenere. 


E la sola istituzione di autovelox non è sufficiente per affrontare la questione generale che richiede strumenti di monitoraggio continui dell’incidentalità e subito dopo, politiche più adeguate e incisive di sicurezza stradale con infrastrutture più sicure e azioni di controllo e di educazione civica e stradale unita al contrasto della velocità non solo finalizzata a fare cassa per gli enti locali.

Gianfranco Spadoni
Consigliere provinciale Udc Ravenna

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