E’ un musulmano il nuovo Sindaco di Londra

Il musulmano
C’è di che smentire Papa Francesco che ieri, davanti ai vertici dell’Ue, ha fatto un discorso straordinario: ma non è una novità questa, è sempre così.


“Europa dacaduta”, ha detto il Sommo Pontefice (forse non è contento di essere chiamato così), vecchia.

Mi piace ricordare in proposito, alla mia veneranda età, che me lo disse già, tanti anni fa, nel ’92, nel mio primo viaggio a Sao Bernardo, una signora brasialina sugli ottant’anni, che io ero vecchio, perchè sono europeo.


Sempre ieri i londinesi hanno voluto come proprio Sindaco un mussulmano.

E’ da tanti anni ormai che Londra, una delle principali capitali europee, è una città multietnica.

Sicuramente ben da prima che noi italiani solo immaginassimo cosa fosse l’immigrazione. 

Il nostro presidente, Alessandro, c’è stato qualche giorno fa, a Londra, e ovviamente ha raccontato.

“Sembra di essere alle Olimpiadi”, c’è stato con me Alessandro ad Atene nel 2004; allo stadio di atletica avevamo da un lato un cinese e dall’altro un indiano; le bandiere erano una cinquantina diverse, per strada nessuno parlava il greco.

Figlio di immigrati pachistani Sadiq Khan è vissuto nelle case popolari a Earsfield, a sud di Londra in una casa di tre stanze. «I miei genitori hanno lasciato il Pakistan per trasferirsi a Londra nel 1960, mio padre ha fatto l’autista di autobus per 25 anni e mia madre cuciva abiti per mantenerci», ha raccontato Khan a «Business Insider».


Ieri in Inghilterra i laburisti, cui appartiene ovviamente il nuovo Sindaco della City, hanno perso, ma i londinesi, “tradizionalisti” più delle nazioni europee mediterranee, con la loro monarchia, la loro Regina, visto che alle amministrative si sceglie l’uomo non il partito (ormai è così anche alle politiche) hanno voluto lui, un mussulmano.

Certo nel 1960 se Salvini fosse stato il Re d’Inghilterra quei pakistani li avrebbe rimandati a casa loro.


Venisse in visita in Italia, il signor Sindaco, la troverà una moschea dove andare a pregare?

Per una volta sono orgoglioso di essere europeo. 


In Tunisia, in Siria, in Libia non c’è un sindaco cattolico: noi europei siamo ancora un passo avanti nella storia dell’umanità verso quella mondializzazione che è l’unica alternativa all’autodistruzione, nello scontro religioso o tra povertà e ricchezza.

Arrigo Antonellini  

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