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Il presidente dott. Raffaele Clò |
Riceviamo e pubblichiamo
Le linee previsionali per il 2015 indicavano la seconda parte dell’anno come il periodo in cui la Fondazione Cassa di risparmio e Banca del Monte di Lugo pensava di riuscire a dare avvio al processo di ricostruzione.
Su queste basi sarebbe stata poi avviata nuovamente l’attività tipica della Fondazione, che è quella di sostenere progetti e iniziative di enti e associazioni locali, in attuazione di un principio di sussidiarietà: questo purtroppo non è avvenuto.
La Fondazione aveva e ha l’attivo patrimoniale tuttora bloccato sulla partecipazione nella banca conferitaria (ora è la Cassa di Risparmio di Cesena) e gli investimenti nel settore immobiliare: entrambi stanno purtroppo vivendo un lungo periodo di crisi, denso di complessità e di difficoltà.
Anche l’aver affidato già nell’autunno 2014 a un advisor che opera sul mercato nazionale, ancor prima che il “protocollo MEF-ACRI” imponesse alle Fondazioni la diversificazione dell’attivo entro 5 anni, l’incarico per la cessione di una parte consistente della partecipazione della Fondazione lughese e delle altre due Fondazioni di Cesena e di Faenza, non ha portato il risultato atteso, in primo luogo per le sfavorevoli condizioni del mercato.
Non si conosce ancora il bilancio 2015 della banca, che sarà approvato fra qualche settimana, pur se la semestrale già anticipava un risultato negativo; la sua adozione dovrà comunque essere accompagnata da altre decisioni strategiche che saranno elaborate dal nuovo consiglio, unitamente alla nuova direzione generale, per poi passare all’assemblea dei soci.
“Si tratta degli accantonamenti necessari a mettere la banca al riparo da nuove svalutazioni dei crediti – ha sottolineato il presidente della Fondazione, Raffaele Clò -, del piano industriale e della ricapitalizzazione per riallineare i ratios patrimoniali, operazione che si auspica avvenga contestualmente alla ricerca del partner di livello nazionale con il quale trovare un’intesa di gruppo bancario allargato”.
Senza dividendi da ormai diversi anni e nell’impossibilità di iniziare il processo di dismissione di quota parte della partecipazione nella banca, la nostra Fondazione ha proseguito l’attività di allineamento delle valutazioni dell’attivo di bilancio alla realtà attuale.
Dopo la svalutazione della partecipazione nella Lugo Immobiliare, avvenuta nel 2014, quest’anno si è proceduto con quella degli immobili; il disavanzo di circa 4,6 milioni di euro è da attribuire quasi completamente a tali deprezzamenti, con un attivo e un patrimonio netto che rispecchiano la situazione in atto.
“La Fondazione ha affrontato un altro anno deludendo purtroppo le attese di quanti continuano a sviluppare progettualità, idee e iniziative apprezzabili e fondamentali per la crescita sociale e la coesione del territorio – ha commentato il presidente -: questa situazione è vissuta con apprensione da parte dei nostri organi, che sono tuttavia consapevoli di dover gestire ora una situazione nella quale occorre prima ricreare le condizioni di produrre ricavi, poi riprendere la propria funzione istituzionale; scorciatoie o percorsi creativi non ne esistono. Si è continuato a porre grande attenzione al contenimento delle spese, anche se alcune di queste, in particolare per la gestione degli immobili, non sono comprimibili più di tanto, anzi rischiano di aumentare per la natura stessa dei beni.
Lo scorso anno, nell’impossibilità di fornire sostegno in modo diverso, è stato intensificato l’utilizzo delle strutture di cui la Fondazione dispone e che ben si prestano all’aggregazione della comunità: a Voltana, per tutto l’anno, le Scuderie di Villa Ortolani sono uno dei centri di ritrovo e di promozione culturale della frazione, come pure lo è, a Lugo, la Sala assemblee; nel mese di luglio, nel Chiostro del Monte, sono stati invitati gruppi e artisti locali a esibirsi, mettendo loro a disposizione l’arena allestita.