Riceviamo e pubblichiamo
Si è svolta la seconda seduta del comitato provinciale dell’ANPI di Ravenna dopo il recente congresso, alla quale era affidato il compito di eleggere, dopo oltre 50 giorni, il Presidente e la presidenza provinciale.
La situazione di stallo, creatasi per i contrasti interni sulla conduzione esercitata in questi anni dal presidente uscente, ma in modo particolare dalla divisione sulla scelta dell’Anpi nazionale di aderire ai comitati del NO sulle riforme costituzionali del governo Renzi ha assunto per diversi soci una valenza politico-partitica, quando invece per l’Anpi si tratta di una scelta precisa dettata dal giudizio di merito sulle riforme e sugli effetti che queste produrrebbero una volta applicate.
Da qui la ricerca di trovare un equilibrio negli organismi dirigenti per evitare una rottura che potrebbe determinare danni difficili da ricomporre anche dopo il referendum che saremo chiamati a votare ad ottobre. Una situazione che tutti quanti dovrebbero sentirsi impegnati ad evitarla, nell’interesse di ciò che rappresenta questa associazione per il passato e di ciò che è chiamata a rappresentare per il futuro.
L’elezione di Ivano Artioli a Presidente del Comitato Provinciale dell’ANPI di Ravenna avvenuta lo scorso 7 maggio, in assenza di un accordo quadro complessivo, deve pertanto ritenersi una forzatura ed i numeri lo dimostrano, visto che non ha ottenuto il consenso nemmeno della maggioranza degli aventi diritto. Sarà diffcile per lui sentirsi il Presidente di tutti mentre è certa la spaccatura che questo ha determinato con l’abbandono dalla seduta, prima della sua elezione, di una parte significativa dei componenti.
Ci rammarica leggere negli articoli apparsi sulla stampa il tentativo di nascondere quanto successo descrivendo una situazione riconducibile ad una normale dialettica interna per quanto vivace, perchè questo renderà ancora più difficile una eventuale ricomposizione.
Di ciò, in ogni caso, avremmo preferito parlare nelle sedi opportune, se non fosse che proprio attraverso gli organi di stampa apprendiamo che sempre il 7 maggio su proposta del neo presidente, la stessa minoranza avrebbe eletto anche una presidenza capace di cogliere le diverse anime dell’associazione.
Se questa affermazione venisse confermata anche dal verbale redatto dalla presidenza della seduta, che abbiamo già chiesto con atto formale, ci troveremmo di fronte ad una votazione illegittima in quanto il presupposto minimo perchè uno faccia parte di un organismo è il consenso esplicitato dallo stesso; Artioli non disponeva non solo del consenso dei nominativi che risulterebbero eletti, ma addirittura alcuni di questi avevano espresso proprio allo stesso presidente la loro indisponibilità vista la situazione.
Un’arroganza tale non è assolutamente accettabile, in modo particolare dentro una associazione come ANPI. Per questo, se del caso, chiederemo l’annullamento della votazione della presidenza, in quanto l’elezione di Artioli cosi come avvenuta diventa chiara espressione di una sola parte dell’Anpi provinciale.
Firmatari:
Dott. Giampietro Lippi – Avv. Claudio Fabbri – Massimo Manzoli – Milco Cassani –
Valentina Giunta – Francesca Crasta – Andrea Marchetti – Gianluca Gattamorta – Ermanno Zacchini – Letizia Montanari – Fulvio Arniani – Giancarlo Lugli – Daniele Paolini – Renzo Laghi –
Luciana Laghi – Attilio Monduzzi – Piraccini Francesca – Elisabetta Panzavolta – Gian Franco Baldazzi