“Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59
A cura di Giacomo Casadio
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Giacomo Casadio |
Che non siamo “solo” un quotidiano lo sapete da tempo, probabilmente non sareste così tanti a leggerci, se non fosse così.
Giacomo Casadio, nato nel 1946 e da sempre cittadino lughese, ha svolto gli studi presso il Liceo Classico e poi a Bologna, laureandosi in Inglese presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne. La passione per il mondo della scuola e per la cultura anglo-sassone sono sempre state al centro della sua vita professionale.
Altri profondi interessi per la musica e la storia locale sono stati fonte di appaganti successi e grandi soddisfazioni. Presso la casa editrice EDIT FAENZA sono stati pubblicati Di fronte al guado, 2011; Gli occhi di Baracca 1946-50, 2012; Sono stanco di vivere, 2012; Gli occhi di Baracca – Ce la faremo 1950,1951 e 1952, 2013.
giacasadio@alice.it
Paolo Guerra, fotografo

Paolo Guerra nasce a Lugo il 25 Gennaio 1913. La madre muore quando lui aveva otto anni e Paolo viene allevato dal padre, assieme a tre fratelli e due sorelle. Segue regolarmente la scuola elementare poi deve necessariamente fornire aiuto al padre, piccolo coltivatore di San Potito.
A sedici anni lo ritroviamo iscritto alla Scuola Comunale di Disegno e Plastica, diretta da Domenico Visani fino al Marzo 1930 e poi dal nipote Carlo fino al 1938. La famiglia Visani si era distinta fin dalla metà dell’800 nei campi della pittura, scultura, architettura e della fotografia, praticata dalle sorelle Giulia e Veronica.
L’apprendimento artistico nella Scuola Comunale di Visani viene integrato e concretizzato nell’attività di disegnatore di decori a mano presso la ditta di biciclette ALMA, che gli fornisce un reddito modesto ma sufficiente per decidere di costituire una famiglia nel 1937 con Giovanna Bassi (Gianna), nativa di Casal Fiumanese ma residente a Conselice. Da questo matrimonio nascono prima Anna nel 1939 e poi Fulvia nel 1942. Si stabiliscono in un piccolo appartamento di una zona del centro molto frequentata e luogo abituale d’incontro dei lughesi, che ben presto diventa una specie di studio “open-air” più volte riprodotto nelle sue fotografie.
Il doppio lavoro di decoratore di biciclette e di fotografo continuano per l’intero tragico periodo bellico e oltre. Siamo nel settembre 1949 quando la famiglia Guerra decide di traslocare in Corso Mazzini, in una casa storica della famiglia Orsini, a cui appartenne Felice, l’attentatore di Napoleone III, sede del nuovo negozio di fotografia. C’è una forte richiesta di fissare su pellicola la vita familiare nelle campagne e in città da parte della comunità lughese quasi del tutto priva di adeguate macchine fotografiche. A Paolo non sfugge niente della società che si trasforma e cresce.
La vita di un fotografo a quei tempi non era molto facile, nonostante il suo grande spirito di iniziativa. Paolo aveva una Leika III C del 1945 con il flash al magnesio: uno scatto per la foto e uno per il flash, il tutto senza sincronizzazione. Le foto uscite da quella macchina sono di buona qualità, ma soprattutto rivelano una finissima sensibilità artistica. Lui si era fatto un nome in città per qualsiasi evento sia pubblico che privato: un funerale, un matrimonio, una comunione, un evento sportivo o politico, un’inaugurazione, una processione o un veglione. Paolo era sempre in movimento fra campagna e città, a cavallo del suo motorino per poi finire d’estate al mare con l’intera famiglia per il tradizionale lavoro con i villeggianti.
La carriera e la vita di Paolo furono scosse e poi stroncate dalla modernità e da una grave malattia. Il bravo fotografo che aveva seguito la crescita della nostra comunità nel dopoguerra e negli anni successivi non riuscì ad adattarsi alle nuove tecnologie che avanzavano velocemente nel campo dell’immagine, trovandosi così incapace di gestire i cambiamenti. Il lavoro fu affidato alle figlie e ai generi, che lo portarono avanti per molti anni.
Paolo Guerra se ne andò nel 1981 a 68 anni e lasciò a noi un tesoro davvero unico: la nostra storia per immagini che copre i 15 anni più importanti del dopoguerra per Lugo.

Giacomo Casadio
Curatore dell’archivio Paolo Guerra