Tratto da: “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59
di Giacomo Casadio
Nel palazzo c’era un negozio, aperto nel 1951 con l’insegna “SCAMPOLI”, gestito dalla signora Olga Pezzi, conosciuto come il negozio “della Boschi”, la moglie del proprietario.Commerciava principalmente in stoffe di ogni genere provenienti dall’America, comperate a Bologna in pacchi sfusi senza conoscerne il contenuto: dentro si poteva trovare di tutto.
La commessa che per qualche tempo aiutò la signora Olga si chiamava Adele ed abitava in via Risorgimento. Il bambino con la racchettina in mano è il figlio Luigi (Gigi), fratello di Tino e Anna Maria. Tutti gli edifici dell’area sarebbero stati abbattuti negli anni ’70 per fare posto al centro commerciale chiamato Globo.
Si asfaltava via Don Minzoni
Veniva inaugurata la caserma dei Carabinieri
Sorgeva il macello comunale in Via Piratello
Via Fiumazzo era pronta ma non ancora asfaltata e la chiesa del Molino non aveva il campanile.
Si costruì il carcere mandamentale, poi trasformato in case popolari.
E’ interessante l’interrogazione che gli onorevoli romagnoli Giadresco e Flamigni rivolsero al ministro di Grazia e Giustizia Gonella il 25 Maggio 1973.
Essi chiesero al ministro se corrispondesse al vero l’intenzione del governo di riaprire il carcere, che non offriva “alcuna garanzia per la detenzione stessa (come dimostrano recenti evasioni)”, dopo che il consiglio comunale di Lugo aveva deciso la definitiva chiusura il 12 Febbraio 1973.
Il ministro Gonella rispose assicurando gli interrogandi sulla piena determinazione ministeriale di soppressione del carcere.
Giacomo Casadio