Riceviamo da Matteo Renzi e pubblichiamo
Sul referendum veneto: Il risultato in Lombardia e, soprattutto, in Veneto non va minimizzato. Certo: i quesiti erano banali, la gestione lombarda dei dati dell’affluenza è stata sorprendentemente goffa, la pubblicità referendaria ingannevole. Ma la sostanza è che tanta gente, soprattutto in Veneto, ha votato per dare un messaggio. E il messaggio non è la deriva catalana o la secessione padana come chiedono pochi invasati. Il messaggio è serio: si chiedono più autonomia e più efficienza, maggiore equità fiscale, lotta agli sprechi a livello centrale e periferico.
Non è un caso che nel solo Veneto ieri abbiano detto Sì 900mila persone in più di quelle che hanno votato Lega Nord e partiti autonomisti alle regionali del 2015.
Il modo corretto per affrontare il futuro, per me, non è solo la procedura ex art. 116 Costituzione come chiedono i governatori (anche dell’Emilia Romagna, peraltro), ma prendere atto che in Italia esiste una gigantesca questione fiscale.
Questo è il punto.
Ridurre la pressione fiscale: questa è la vera priorità. E noi che abbiamo iniziato con Imu, Irap, Ires, 80€, incentivi JobsAct sappiamo che ancora non basta.
Ecco perché mi piacerebbe che la prossima legislatura cominciasse con un accordo delle forze politiche per un progetto come quello che abbiamo lanciato noi (“Tornare a Maastricht”) che permetterebbe la riduzione annuale delle tasse per una cifra che può variare tra i 30 e i 50 miliardi di euro.
Hanno spesso ironizzato dicendo che ridurre le tasse non è cosa di sinistra. Io penso al contrario che oggi la riduzione delle tasse sia un’esigenza di tutti, specie dei ceti più deboli.
Farlo nei primi mesi della prossima legislatura è il nostro assillo perché è la vera strategia necessaria al Paese.
Con la prima operazione sulla flessibilità, quella del 2014, abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Con la prossima, quella del 2018, potremo dare gambe alla ripresa. Ma potremo anche rispondere a una domanda di autonomia che non va sottovalutata e che va presa sul serio.
Avanti, ma insieme.
Ma la vera notizia di questa settimana è lo straordinario viaggio in Treno che come PD abbiamo iniziato in tutto il Paese. Un viaggio di ascolto, di confronto, di incontro. Andiamo in mezzo alle persone a discutere, senza lasciarsi rinchiudere dal chiacchiericcio del Palazzo. Qui trovate i video delle prime quattro giornate e l’approfondimento di alcuni incontri; qui alcune foto tratte da Instagram; qui il modo per contribuire in questo lungo viaggio. Siamo stati a Arquata e a Foggia, con gli operai dell’Ilva e con quelli della Perugina, nei luoghi della cultura e in quelli del dolore. Abbiamo parlato di tutto, dall’alternanza scuola lavoro alle questioni del sociale alla Lega del Filo d’Oro. Credetemi, è un’esperienza bellissima. Ripartiremo da Reggio Calabria domani. Avanti, insieme.
Un sorriso, Matteo
PS. Venerdì, sabato e domenica il PD riunirà a Napoli la propria conferenza programmatica. Parliamo di futuro, come stiamo facendo anche in altre sedi (qui il video dell’incontro con i ragazzi di Hubble, sabato scorso a Firenze). I socialisti europei continuano a perdere ovunque. Dopo che siamo scesi sotto il 10% in Olanda e in Francia e dopo che la socialdemocrazia tedesca ha toccato il minimo storico, oggi dobbiamo prendere atto dei voti della Repubblica Ceca.