Maschere

Tratto da: “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 di Giacomo Casadio

Il piacere del travestimento è sempre stato un elemento di successo nella tradizione delle festività invernali. I veglioni in maschera, i carri carnevaleschi, le feste in costume, si sono sempre svolti nella nostra città con ampia partecipazione di grandi e piccoli.

La fantasia di chi si trasformava in qualcun altro era molto fertile e faceva sorridere.

Ci furono perfino notti arabe sul duro marmo del Pavaglione, con una curiosa guardiana dell’harem che cercava di sbirciare dagli spiragli della porta.

Purtroppo nemmeno l’accenno ad un sensuale passo di danza orientale riesce a risvegliare qualche desiderio nell’imperturbabile sceicco bianco.

Il piacere di essere un cowboy contro gli indiani aveva spesso il sopravvento, anche se la pistola puntata non avrebbe fatto paura a nessun bandito del West e nemmeno alla nonna nascosta dietro al mobiletto. 

Ovviamente il luogo predestinato per le feste in maschera era il teatro Rossini, la cui fragile struttura resisteva ancora nella bolgia dei veglioni mascherati, delle feste danzanti, delle manifestazioni pugilistiche, degli spettacoli teatrali e delle proiezioni cinematografiche.

Qualche crepa però cominciava a mostrarsi…. e nel 1955 la festa sarebbe finita con la chiusura totale del teatro.

Qualche volta si esagerava con il Vecchia Romagna….… ma c’erano sempre i Vigili del Fuoco che tenevano in pugno la situazione…

Giacomo Casadio

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