Sempre più poveri

Tratto da “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 di Giacomo Casadio

Molti erano i luoghi di miseria dentro la città. Fra essi c’erano i cosiddetti “casetti”, miseri tuguri ubicati all’ingresso di Lugo di fronte al molino Figna. Diverse forze politiche si adoperarono affinché questo sconcio cessasse, ma si raggiunse lo scopo solo dopo la metà degli anni ’50.



Nel 1948 c’era una grande disoccupazione per braccianti ed edili in città a causa delle difficoltà economiche della ricostruzione, che dipendeva dai contributi dello Stato.

Le loro famiglie vivevano in condizioni molto difficili e le foto di Guerra lo dimostrano con ammirevole senso civico.

Questa foto ritrae l’interno del San Domenico, noto come il “casermone”, di fronte alle scuole San Giuseppe. Era il luogo della chiesa omonima che fu usata dai Francesi di Napoleone come caserma e come stalla per i loro cavalli.

La II Guerra Mondiale la distrusse quasi interamente lasciando solo il campanile. Fu usata come luogo di abitazione di famiglie dopo le distruzioni belliche.

Queste furono baracche costruite per i profughi istriani, fiumani e dalmati dal Comune di Lugo dopo la loro epurazione da parte del maresciallo Tito a causa del criminale governo fascista italiano in Croazia alla fine della Seconda Guerra, in piena Guerra Fredda. Erano collocate lungo la provinciale Cotignola.

Giacomo Casadio

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