L’intera città e le campagne avevano zone di estremo disagio sociale, che contrastavano con il benessere diffuso di numerosi strati della popolazione: case sbrecciate, stanze umide e fredde, servizi igienici ubicati in cortili condivisi e soggetti ai climi rigidi degli inverni del dopoguerra.
Tutti coloro che vivevano in quel periodo si trovarono in condizioni estremamente difficili, nonostante ci fosse una comune accettazione dei disagi e una complessiva benevola sopportazione di essi.
Ecco una piccola serie di immagini che spiegano tutto senza commenti.
Nonostante tutto c’era nella popolazione uno spirito di adattamento eccezionale, che evidentemente aveva a che fare col carattere aperto e solidale dei romagnoli, senza voler nascondere le manifeste ostilità e i contrasti che sempre hanno caratterizzato queste terre socialiste, repubblicane, cattoliche, fasciste, comuniste.
Questo è il cortile della casa di Paolo Guerra nel 1950 che ospitava anche alcuni inquilini. Come si vede bene l’affollamento era talmente ampio che si doveva salire sul tetto per stendere il bucato.

Qualcosa sta cambiando, almeno è in progetto. Poi il cortile acquisterà un altro volto….