LA SOIRÈE DE LA CROIX ROUGE 

Tratto da: Gli occhi di Baracca:  La storia di una comunità nelle foto di Paolo Guerra
di Giacomo Casadio

La cronaca settimanale della VEDETTA, giornale repubblicano lughese, riportò nel numero del 23 marzo 1949, l’ironica descrizione del veglione che si svolse al Teatro Rossini per raccogliere fondi a favore della Croce Rossa.

Il pungente articolo a firma di Fausto Boschi irrideva con evidente ironia la manifestazione organizzata da persone molto in vista della società lughese di più alto lignaggio: nobili, medici, imprenditori, proprietari terrieri, ecc.

Insomma una festa riservata a persone facoltose capaci di contribuire alla gestione dell’importante associazione umanitaria che si era data una sede locale in Viale Orsini.

L’articolo cominciava così:

“Con la consueta scusa della beneficenza per la Croce Rossa, l’élite lughese si è data convegno nel Teatro Rossini (amabilmente concesso) la sera del 23 marzo u.s. per un avvenimento mondano di prima grandezza che costituirà per molto tempo un languido e nostalgico ricordo nei pochi eletti che vi sono stati ammessi.

La compassata aristocrazia nostrana, le cui origini, com’è ben noto, si perdono nella fascinosa nebulosità degli evi più remoti, era presente al completo, finalmente libera da repellenti contatti con le infime caste del luogo.

La partecipazione era stata accuratamente inibita a chi non fosse stato tanto distinto da poter disporre dei prescritti abiti da sera e di svariati biglietti da mille da buttar via e quindi tutto si è svolto in modo molto chic, anche se in logica conseguenza lunghe teorie di palchi vuoti recavano una nota malinconica in verità assai contrastante col brio che ha informato la non lunga ma riuscitissima festa.”

Proseguiva poi così:

“Eleganza? Tanta da non potersi dire: gli uomini (pardon, i signori presenti) irreprensibilmente in nero come tanto si gradiva; le signore, vere eroine della beneficenza, in incantevoli toilettes il cui costo si dice si aggirasse sulla somma dei cinque zeri.Era tutto un tripudio serico in tinte accese e sfumate, un barbaglio di lamée e quanto di più ricco ed estroso possa offrire oggi la difficile scienza dell’eleganza femminile. Molte toilettes presentavano splendide rifiniture in strass ed ampie aperture. Qualcuno mostrava orgogliosamente il fazzoletto macchiato di blu a seguito di lievi emorragie nasali.

Mancava soltanto l’operatore cinematografico dell’Incom o almeno il reporter fotografico di Oggi.”

Certamente Quei professionisti citati non c’erano, ma era presente Paolo Guerra che scattò per loro. 


Non si trattò certamente di una serata colma del pubblico che regolarmente riempiva il teatro ad ogni veglione. E non era proprio quel tipo di pubblico a cui si era abituati al Rossini…
Se Fausto Boschi (Tato) fosse stato presente sarebbe apparso così…..
 
Giacomo Casadio

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