Il lavoro nel 1950 

Tratto da: “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 di Giacomo Casadio

L’opera di ricostruzione dopo le distruzioni belliche fu iniziata immediatamente alla fine del conflitto. In quasi tutta la provincia c’erano intere città distrutte, ponti abbattuti, stazioni bombardate, linee di comunicazione interrotte, canali interrati, argini sfondati, campi allagati. La voglia di riscatto fu alta come anche la disponibilità al lavoro. Le immagini di Guerra lo dimostrano con estrema chiarezza.

Il forno Pignatta continuava a produrre ruzzolini, crocette, pagnotte, filoni, spadine e rosette di qualità eccezionale che le famiglie compravano a kili per il pasto quotidiano.

Noi bambini avevamo spesso la rosetta con la mortadella nelle nostre cartelle di scuola.

La macelleria equina dei fratelli Guerra in Corso Mazzini era forse l’unica a Lugo. Allora si diceva che la carne di cavallo fosse preziosa per far crescere i bambini. Mah, io non l’ho mai mangiata e continuo ancora oggi. A discolpa del macellaio si può notare un difetto nella zampa destra del cavallo che non avrebbe potuto più correre. Quindi…

Il lavoro dei muratori fu decisivo nel dopoguerra per la ricostruzione dei paesi. Purtroppo le condizioni di sicurezza erano molto lacunose e numerosi furono gli incidenti, anche gravi.

Scorcio di Via Acquacalda nella solitudine di una domenica estiva. A destra lo stabilimento meccanico della FIAT, luogo di grande commercio dell’auto per molti anni.

Gli operai riposano a casa per recuperare la fatica di giornate di lavoro lunghe e faticose.

Le strade della città erano interamente pavimentate ad acciottolato.

Sapientemente i ciottoli erano sistemati uno accanto all’altro in modo da ridurre al minimo gli spazi tra di essi (fughe). Mediante l’utilizzo di una martellina il posatore li colpiva sulla sommità in modo da assestarli sul letto di posa, solitamente sabbia, mettendoli in piano l’uno con l’altro. Al termine dei lavori di posa in opera avveniva la battitura della pavimentazione e la sigillatura delle fughe. Purtroppo nel giro di pochi anni il Comune avrebbe coperto tutto con l’asfalto.

Giacomo Casadio

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