Tratto da “Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 di Giacomo Casadio
La città andava ricostruita e l’attività edilizia aveva una precedenza assoluta per far ritornare gli sfollati nelle loro case. Uomini e donne lavoravano insieme nella fornace Gattelli per produrre mattoni, tegole e coppi di cui c’era un’urgente necessità.


I laterizi prodotti venivano dall’argilla ricavata dall’area circostante la fornace, dove, molti anni dopo, furono rinvenuti i resti del villaggio neolitico di circa 7 mila anni fa, che in parte giacciono ancora nello stesso luogo sotto l’acqua stagnante.

C’era bisogno di tutto, comprese le sedie per abitazioni e uffici. La ditta SIAM le produceva, impiegando una notevole quantità di manodopera sia maschile che femminile.
Nell’edificio situato fra il Pavaglione e l’albergo San Marco c’era un negozio da barbiere. Il lavoro di barba e capelli aveva una grande richiesta con ampio seguito di clientela. Al servizio dei barbieri c’erano molti ragazzini che per pulire, spazzare e tenere ordine ricevevano una piccola paghetta utile per le loro modeste esigenze.
Giacomo Casadio