Il lavoro nel 1950 (parte quarta)

Tratto da: Gli occhi di Baracca”: Lugo nelle foto di Paolo Guerra dal ’46 al ’59 di Giacomo Casadio

La disinfestazione da insetti nocivi con le pompe della ditta Caroli veniva fatta nelle nostre campagne senza le minime protezioni dal rischio di ingestione. Anche oggi si vedono contadini che innaffiano le piantagioni senza proteggersi bocca e corpo. 

Una venditrice di noccioline, arachidi, lupini, che facevano passare meglio il tempo durante uno spettacolo cinematografico. Il pavimento si copriva di resti e al momento di andare via si sentivano rumori e scricchiolii provocati dalle bucce schiacciate ma nessuno ci badava. 

La pasticceria Carioli con i cornetti alla crema appena sfornati, che facevano venire l’acquolina in bocca solo a guardarli.

Notate il numero di telefono 1-31.

Fino al 1950 la diffusione del telefono era molto limitata. Era considerato normale, per otto decimi della popolazione, usare il telefono solo occasionalmente, da un “posto pubblico”, o da una cabina, o dal luogo di lavoro (se e quando era consentito). Anche dieci o venti anni dopo la maggior parte delle famiglie italiane non aveva il telefono in casa.

Nel 1925 c’erano 130.000 telefoni in Italia. Arrivarono a 500.000 nel 1940, a un milione nel 1951.

Il forno Pignatta produceva ruzzolini, crocette, pagnotte, filoni, spadine e rosette di qualità eccezionale che le famiglie compravano a kili per il pasto quotidiano.

Noi bambini avevamo spesso la rosetta con la mortadella nelle nostre cartelle di scuola.

L’officina elettrauto di BASSI GIACINTO informava con acuta ironia che CHI PIU’ SPENDE MENO SPENDE. Il significato del proverbio era chiaro: chi spende di più e acquista cose affidabili e di qualità, ha molte meno probabilità di andare incontro a disagi e problematiche. 

Bassi si affidava alla qualità dei materiali Magneti Marelli, da decenni e ancor oggi all’avanguardia per l’elettronica automobilistica. Purtroppo le auto erano ancora poche al contrario delle moto, che rombavano numerose in città. 
Il negozio di Bassi aveva una collocazione strategica davanti alla rivendita auto FIAT su Via Acquacalda. Si notino i cambiamenti radicali del luogo rispetto ad oggi. 
 
Giacomo Casadio

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