Diocesi Faenza-Modigliana-Imola-Lugo….

L’ok del Papa



Ne ha dato “notizia” “il Resto del Carlino” a tutta pagina, nella cronaca di Faenza.

E’ certo che il Santo Padre, sin dall’inizio del suo Ministero abbia orientato la Conferenza Episcopala Italiana ad una riflessione sulla riduzione del numero delle Diocesi e che, recependo questa sollecitazione, la Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna abbia proposto  un progetto di unificazione delle diocesi di Faenza-Modigliana-Imola-Lugo, progetto sul quale sarebbe arrivato il Sì dello stesso Papa.

Si farebbe  riferimento alle dimissioni di Mons Ghirelli  che il prossimo anno compirà i 75 anni,  l’età alla quale dovrà rinunciare all’incarico (il nostro nuovo governo darà diritto alla pensione a 62-63 anni!!??).  

“Il territorio è del tutto simile sia per estensione sia per confermazione, i confini tra le due diocesi si presentano intrecciati e in ambito formativo (serminaristico e laicale) alcune iniziative comuni negli ultimi anni sono state avviate, particolarmente dall’Azione Cattolica”, sono tra le motivazioni.

Ma soprattutto quella del calo numerico dei sacerdoti dato che l’unione può creare un punto di forza per il futuro.

Un mio commento totalmente laico, per quel che può valere.

L’aggregazione che credo risulti prioritario, quello da cui iniziare, è dal basso, dalle Parrocchie, prima ancora che dalle Diocesi. 

Quando già tutta la società civile nelle sue diverse espressioni, la sanità, la scuola, gli istituti di credito, le associazioni si avviavano verso le unioni, con la fine del “piccolo è bello” e la rivalutazione invece delle sinergie e delle economie di scala, si creavano invece nuove Parrocchie; solo per fare un esempio, tre nuove “piccole” Parrocchie a Lugo, che non un secolo fa ne aveva solo tre e non sei, e non si può certo dire che le anime, quando le tre nuove parrocchie sono state fatte, fossero triplicate, anzi.

Erano gli anni, quando le Parrocchie erano solo tre (a Bagnacavallo c’è n’è una), in cui i sacerdoti nella parrocchie erano tre, che si confrontavano tra loro, operavano ciascuno nei campi delle proprie vocazioni personali, se qualche parrocchiano aveva “difficoltà” con uno di loro, ce n’erano altri due…

In Collegiata don Carlino con i ragazzi, don Gianni nella Liturgia…

Si celebravano le Messe per i bambini usando il loro “linguaggio”, i ragazzi dopo la Cresima erano tantissimi, facevano quindi gruppo ed il numero, anche per questo motivo del fare gruppo, di quelli che rimanevano era più alto. Ai ragazzi piace essere tanti, anche per poter scegliere le amicizie. 

Con una dozzina di sacerdoti in un’unica Parrocchia, nonostante il loro calo complessivo, tutto ciò tornerebbe più che possibile.


Quando c’è crisi è necessario pensare ad usare al meglio le poche risorse rimaste.

Arrigo Antonelini

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