La politica spettacolo

Si deve intervenire abbassando il livello della tassazione locale 

di Roberto Drei

La politica spettacolo è quella che la Giunta Pd, guidata dal sindaco Davide Ranalli, ci offre quasi quotidianamente, con una particolare intensificazione in questi mesi che ci separano dalle prossime elezioni comunali del 2019.

E’ una politica fatta di annunci e promesse dove si mescolano, ad arte, interventi la cui realizzazione è tutt’altro che certa e, per lo più, rinviata avanti negli anni a venire per mancanza di risorse finanziarie da utilizzare (il caso del sottopasso e/o sovrappasso a Madonna delle Stuoie, ne è il maggiore esempio), con altri di prossima realizzazione come il rifacimento della piazza Savonarola e dell’imminente trasformazione del campo di calcio esistente a Madonna delle Stuoie, in un campo da calcio con fondo interamente in sintetico per bambini e ragazzi.

Altri interventi vengono destinati alla conservazione del patrimonio urbano, alla manutenzione della viabilità, al settore della cultura e dello sport, come prassi oramai consolidata nei bilanci dei comuni italiani.

A Lugo la Giunta si è specializzata nel distribuire ai lughesi “panem et circenses”, finanziati con gli introiti della fiscalità locale pagati dai lughesi, a prescindere dall’effettiva priorità o utilità di alcune opere ed iniziative.

Così avremo, ad esempio, la terza edizione della rassegna Purtimiro che dovrà essere ripianata, come le due precedenti, da un consistente contributo a pareggio, trasferito dalle casse del Comune alla Fondazione del teatro Rossini e del quale siamo curiosi di conoscerne l’entità.

Una rassegna che non ha incontrato un successo di pubblico, ma che è servita al sindaco di Lugo per stare sulle pagine locali e nazionali dei quotidiani, alla quale si aggiungono, sempre nel settore della cultura, una miriade di iniziative la cui gestione è affidata a singoli e società con le quali la Giunta mantiene, da anni, consolidate relazioni; una modalità, non nuova, che abbiamo già riscontrato nell’attribuzione di incarichi di consulenza, inferiori come importo alla soglia (40.000) oltre la quale è prevista, in base alle normative vigenti, l’adozione di una procedura di evidenza pubblica.

E se qualcuno si permette di criticare l’operato della Giunta, si adottano provvedimenti punitivi, come è accaduto alla Proloco di Lugo, alla quale è stata tolta la gestione della rassegna dei mercoledì sotto le stelle, portata avanti per anni e con buoni risultati, senza che siano state fornite le reali motivazioni alla base di tale decisione.

Ma se andiamo ad analizzare ciò che oggi è Lugo e ciò di cui la nostra comunità ha bisogno, possiamo ritenerci soddisfatti?

Ognuno darà la propria risposta, personalmente mi permetto di segnalare alcune criticità nei confronti della quali l’attività svolta dalla Giunta del sindaco Ranalli è stata insufficiente ed ininfluente.

Partiamo dal tema della sicurezza, particolarmente avvertito, dai lughesi, per via dei numerosi furti subiti e della presenza di atti di criminalità e microcriminalità, diffusisi in zone della città oggi caratterizzate da un degrado sociale, solo pochi anni fa non presente.

E’ noto come la sicurezza sia un compito delegato alle forze dell’ordine, ma dopo l’introduzione dei decreti Minniti, anche ai sindaci ed ai corpi della polizia municipale sono stati affidati nuovi compiti e poteri di intervento in tema di prevenzione e controllo del territorio.

Novità accolte favorevolmente da molti comuni italiani mentre, a Lugo, ha sempre prevalso un dichiarato scetticismo espresso dal sindaco Ranalli e dall’assessore Casamento, i quali per anni hanno sottovalutato i timori segnalati dai lughesi, deridendo la rete dei Comitati di Controllo del Vicinato messa in piedi grazie al solo sostegno dei cittadini attivatisi nei Comitati che i nostri due amministratori arrivarono a paragonare alle ronde leghiste.

Né va sottaciuta, trattando il tema della sicurezza l’assenza dei vigili urbani nelle piazze e nelle vie del centro città città; una lamentela costante segnalata, già da tempo, dai lughesi.

Considerato il potere deterrente che la vista di personale in divisa produce, non si comprende perché i vigili urbani non debbano essere presenti nel Centro storico e sotto il Pavaglione, sanzionando i comportamenti anomali ed in violazione di leggi e regolamenti.

Altre criticità riguardano lo stato di progressivo impoverimento che evidenzia lo storico mercato settimanale ambulante, e le continue chiusure di esercizi commerciali che avvengono sotto il Pavaglione, ma non solo.

C’è bisogno di una politica pubblica che rilanci ed investa nel settore del commercio e che rivitalizzi il Centro storico lughese, superando la logica degli interventi spot, per renderlo più attrattivo di quanto non lo sia oggi.

Né è possibile praticare una politica tariffaria, nei locali di proprietà dell’amministrazione comunale con affitti al metro quadro criticati, dagli esercenti, perché confrontati con quelli in essere negli altri comuni a noi vicini, risulterebbero più onerosi.

Vi sono poi i temi legati alla sanità ed allo stato dell’ospedale Umberto I di Lugo ed all’andamento dell’economia lughese.

Siamo consapevoli, quando parliamo dell’ospedale di Lugo, che determinate specializzazioni non sono reperibili nel nostro ospedale, ma non possiamo neppure assistere ad un suo progressivo depotenziamento perché un ospedale che serve un bacino di utenza di 100.000 abitanti deve possedere un minimo essenziale di dotazioni mediche e di servizi.

Per non tacere della necessità di riorganizzare il funzionamento del servizio del pronto soccorso dell’ospedale di Lugo e di avviare la realizzazione delle case della salute.

Ma difendere o, ancora meglio, battersi per evitare un ulteriore depauperamento dell’ospedale Umberto I, richiede una forte presa di posizione da parte della politica locale nelle sedi deputate dove si decidono gli indirizzi sanitari della Ausl della Romagna.

In particolare è indispensabile che i sindaci dei Comuni della Unione della Bassa Romagna e, più degli altri, il sindaco di Lugo, si battano per difendere il nostro ospedale nella Conferenza Territoriale Socio Sanitaria della Ausl romagnola alla quale partecipano, con propri rappresentanti, tutti i Comuni che hanno aderito alla Ausl della Romagna.

Una sede dove il contributo politico e di indirizzo da parte dei nostri sindaci è pressoché inesistente e limitato alla tacita approvazione delle decisioni sottoposte al vaglio di quella sede.

Vi è , infine, il tema dell’andamento della economia locale che avrebbe bisogno di interventi, seppure indiretti da parte degli amministratori locali, in difesa e supporto del tessuto economico locale; un tessuto locale che, negli ultimi anni, ha risentito più di altre realtà territoriali a noi vicine, del peso della crisi.

Nel corso degli ultimi anni la crisi ha colpito più duramente il comprensorio lughese di quanto non abbia fatto con il faentino, il ravennate ed il Cervese.

Nel periodo che va dal marzo 2014 al marzo 2018 (dati della CCIAA di Ravenna), Lugo ha perso 194 imprese contro le 181 che hanno chiuso a Faenza ed a fronte del saldo positivo di Cervia dove sono state aperte 36 nuove imprese.

Ravenna ha registrato 232 chiusure nel periodo osservato che se numericamente superano quelle di Lugo, presentano una incidenza del solo 1,4% sul totale del numero delle imprese ravennati attive nel marzo del 2018, contro il 5,2% registrato nel lughese.

Non sono molti gli strumenti ai quali una amministrazione comunale può fare ricorso per sostenere e favorire lo sviluppo economico del propri territorio, ma qualcosa può essere fatto.

In primo luogo si può agire rendendo più rapide e semplici le norme che, in materia urbanistica, attengono all’ottenimento di permessi e di autorizzazioni.

Su tale strada ci si è mossi, ma molto può ancora essere studiato e messo in campo.

In secondo luogo si deve intervenire abbassando il livello della tassazione locale, la cosiddetta fiscalità locale, che per alcune tipologia di imposte, si veda la Tari, ha registrato costanti e continui aumenti, negli ultimi anni.

Si potrebbero inoltre studiare particolari incentivi da riconoscere alle imprese più virtuose, perché sono le imprese che producono ricchezza e che, se vanno bene, sviluppano nuova occupazione.

Tutto ciò però, presuppone che l’amministrazione si doti di una politica fatta di azioni concrete e rivolta allo sviluppo della nostra comunità e del nostro territorio, rendendolo più attrattivo e competitivo, rispetto ai nostri comprensori vicini.

Purtroppo con la sola politica spettacolo non si governano questi problemi e ci si limita al controllo del consenso, con iniziative ludiche e fini a sé stesse. 


Roberto Drei

Consigliere comunale “per la Buona Politica”

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