
Giovanni Ceroni se ne è andato, per volare nelle praterie dell’eternità.
E’ stato un “uomo buono”, dottore di paese, sindaco di Cotignola, direttore del Consultorio familiare, in tempi in cui questa parola suonava un po’ strana, padre di quattro figli.
Un uomo così diverso dal mondo urlato e pieno di odio di oggi, soprattutto nelle istituzioni e nella politica, che dovrebbero essere il luogo “dell’amore alla città”, la polis.
Eravamo un po’ parenti (mia madre e la sua facevano Buldrini di cognome) e l’ho conosciuto da sempre.
Si era formato nei suoi anni giovanili attorno alla parrocchia di Barbiano, allora guidata da Don Marino e che vedeva Don Carlo Dalpane punto di riferimento di quei ventenni che iniziavano a farsi domande sulla vita e sul mondo.
Poi l’università, la laurea di Medicina, l’attività come medico di famiglia.
Era il nostro dottore: per dare la cifra della sua passione alla vita, alle persone, al tuo destino, ricordo che una volta, nel periodo in cui lui era già pieno di impegni e io avevo necessità di un confronto medico, mi disse: “Vieni stasera in ambulatorio”. C’erano tante persone e mi visitò alle due e mezza di notte!
Poi molte scelte coraggiose nella sua vita: con Luisa non avevano figli e allora ne adottarono quattro.
Ho visto Carmela qualche mese fa, lo ho chiesto del papà e mi ha risposto: “Ha vissuto giorni migliori”, a testimonianza dell’affetto che tutti hanno sempre dedicato al loro padre.
Con Giovanni abbiamo condiviso anche cinque anni nell’Amministrazione Comunale di Cotignola, dal 1985 al 1990: lui era Assessore anziano e io capogruppo della D.C.
In quella giunta c’erano persone brave e competenti: voglio ricordare solo il prof. Arrigo Garavini e l’ing. Giuseppe Sangiorgi, Sindaco era Gino Casadio.
Giovanni Ceroni sapeva distinguersi per la pacatezza e la bonomia con cui affrontava ogni vicenda: teso a dare sempre il massimo, ma anche a riconoscere che, per chi aveva una visione religiosa come lui, il fine ultimo è ancora più nel profondo.
Nel 1995, dopo la fine della Democrazia Cristiana a Cotignola tutti gli aderenti (figli di Zaccagnini e del maestro Conti che li avevano forgiati alla passione per il destino della nazione e della città) erano confluiti nel Partito Popolare.
Alle elezioni comunali si provò a ragionare andando oltre gli schemi e, prefigurando l’Ulivo che sarebbe nato di lì a poco, arrivammo ad un accordo tra i Democratici di sinistra (eredi del PCI) e il Partito Popolare.
Per la sua storia personale e per quanto di positivo rappresentava la sua figura e il suo impegno sociale, Giovanni divenne naturalmente il candidato Sindaco che meglio rappresentava quella inedita alleanza.
Francesco Giangrandi fu sicuramente la persona che lo convinse a superare le proprie paure per un impegno gravoso, ma sicuramente meritato, dopo una vita dedicata a dare testimonianza della sua passione civile, sociale e religiosa.
Riposa in pace, Giovanni!
Tiziano Conti
Nella foto, Giovanni Ceroni (primo a destra) premia Daniele Masala, medaglia d’oro alle Olimpiadi 1984 nel pentathlon moderno