Un padre e un figlio nella bufera della guerra

6a puntata
di Giacomo Casadio


Gigetto risponde al padre con un’interessantissima descrizione della vita da legionario, dura ma piena di sorprese.



Alla
mattina sveglia alle sei, il caffè ce lo portano fin sotto la tenda
e poi alle sei e mezzo al lavoro sino alle 11, il lavoro mio si
tratta di trasportare sassi a spalle oppure spezzar sassi colla mazza
o col martello per fare della ghiaia da mettere sulla strada che dato
l’insistente pioggia che viene tutti i giorni si formano sempre
delle grandi buche che noi al mattino dopo turiamo meglio che si può.
Dunque
a mezzogiorno c’è il rancio composto di brodo e carne, io mi
faccio delle grandi zuppe col pane e poi la carne la mangio condita
con un po’ d’olio e giardiniera che la compro alla sussistenza
militare, adesso che ho finito di mangiare mi trovo qui sotto la
tenda seduto sulla branda (fatta con quattro pezzi di legno e dei
sacchi inchiodati sopra, per piedi vi ho messo quattro sassi) con la
mia piccola valigia che ho comprato a Napoli sulle ginocchie e così
scrivo, oramai incomincia a piovere, perché quando siamo suppergiù
a quest’ora (ore 14) comincia a piovere a dirotto, con raffiche
impetuose di vento e grandine grossa quanto una di quelle palline che
giocano i bambini e questa dura suppergiù dai 30 ai 40 minuti, e se
no piove moderatamente come da noi e così dura anche un’ora o due,
però ti devo dire che qui sotto la tenda non piove perché proprio
in questi giorni ci hanno dato dei teli nuovi così li abbiamo
sovrapposti ai vecchi e così non cade nemmeno una goccia d’acqua…
Se
non piove vado a fare il bagno nel fiume che abbiamo qui vicino,
oppure a pesca od a caccia, insomma la vita da gran signore, io ho
già ucciso una lepre ed una specie di tacchino che si trova da
queste parti che fa un brodo più buono e che le galline poi ho
ucciso anche una gallina faraona che qua se ne trova un’infinità,
vi sono inoltre molti piccioni di quelli tipo viaggiatori, ed infine
una quantità di altri volatili ed animali di qualsiasi specie.
Inoltre
ti debbo dire che ho messo insieme un’attendente, un negretto che
si chiama Maconne il quale mi va a comperare le uova nei tucul vicini
e poi va ad Hausien il mercoledi (giorno di mercato) e mi porta tutto
quello che voglio, mi lava la robba sporca. Ma vedesti mamma comè
bravo questo negretto e fedele che ci posso dare anche in consegna 50
lire che son sicuro che non li perde, insomma fedele sino
all’inverosimile.


Il white man’s burden, il compito gravoso dell’uomo bianco di portare la civiltà alle razze inferiori, si rivela qui in tutta la sua semplicità e naturalezza.
Un indigeno al suo servizio è la più grande soddisfazione per i genitori e la madre gli scrive con grande sincerità, pur con gli strafalcioni tradizionali di chi parla abitualmente dialetto:



O
in teso pure che ai messo asieme una tendente un negretto che si
chiama Maconne sono molto contenta e ti dirò pure di volerci bene
anche tu perché il poverino selo merita siccome dici che è così
fedele.
Vorrei
sapere che grado sei diventato Caporale o Generale per avere messo
asieme la tendente. Saluta tanto per me il tuo negretto per me
Maconne…”

Oh beata ignoranza!

Gigetto informa la famiglia qualche giorno dopo sul suo compenso:


Percepiamo
una paga giornaliera di L.27 escluso tutto, rancio compreso. Ci sarà
una piccola trattenuta per la cassa mutua malattie che se in caso di
malattia percepisco metà paga, si lavora dieci ore al giorno e già
mi hanno consegnato il piccone, ma non dovete pensare che ne faccia
troppa perché come ha detto il colonnello “si va sempre col solito
passo coloniale”…
che forse non
è il passo giusto per costruire un impero!

Tuttavia il padre non demorde !!


Se
con le 27 lire giornaliere tu devi pensare anche al vitto
contemporaneamente ti informo in proposito che il Duce ha disposto
che agli operai in A.O. venga concesso un aumento di L.1 per ora di
lavoro, ma ignoro poi se questo provvedimento sia applicabile anche
alle centurie militari dei lavoratori…
Qui
accluso troverai un ritaglio del giornale
Il
Resto del Carlino
dove
leggerai una notizia che ti farà molto piacere; Lugo conta ora una
nuova Medaglia d’Oro. Si tratta del tuo caro amico al quale credo
tu abbia insegnato a scrivere. Il nome di questa balda giovinezza
risponde a quello del tuo amico Gramigna Pietro.

Sembra incredibile, ma il giovane Gramigna, militare del Genio, ottenne la medaglia d’oro per un atto eroico in difesa di un autocarro attaccato dai nemici. Questa fu la motivazione ufficiale:


Sotto
il violento fuoco di nuclei ribelli che avevano attaccato una squadra
al lavoro anziché ripiegare con i compagni di fronte al nemico
preponderante, accorreva all’automezzo a lui in consegna per
recuperarlo. Ripetutamente colpito, con superbo sprezzo del pericolo
si appostava per rispondere al fuoco. Allontanatisi i nemici, sebbene
nove volte ferito, invece di porsi in salvo, si portava al volante
dell’autocarro; spentosi il motore perchè le gambe ferite non
consentivano
la giusta manovra, con supremo sforzo di volontà, scendeva a terra,
avviava a mano il motore e conduceva l’automezzo al posto militare
più vicino. Giunto dissanguato ed in fin di vita, al medico accorso
diceva,
“Muoio
contento di avere fatto il mio dovere; solo mi dispiace di non aver
potuto riprendere il fucile”.
Continuava
all’ospedale, malgrado le ferite gravi e dolorose, a mantenere
contegno fiero e coraggioso.
Addis
Abeba, 28 luglio 1936

FOTO Luigi Casadio difende il suo tucul abissino con le armi. 


Nella risposta al padre Luigi chiede ai genitori di aprirgli un conto in banca per depositare gli agognati risparmi e intanto chiede di ricevere:



1
paio pantaloni corti fatti con tasche davanti e dietro
1
paio mutandine di lana a due capi
1
maglietta con le bretelle come da spiaggia
1
penna stilografica buona
4
scatole Limonina (estratto di limone)
1
temperino come quello che ho comprato io a casa
e
qualche altra cosa se ci sta perché non può oltrepassare i Kg2 come
sapone profumato, spazzolino per denti e pietrine per macchinette e
dentifricio.
In
un altro pacco poi se volete mandarmi un paio di sandali di cuoio con
le brocche sotto, un po’ di purgante (Magnesia S.Pellegrino
effervescente) e cerotto per i calli.
In
seguito poi se vorrete mandare carta da scrivere aerea da vendere,
sapone da barba, lamette, spazzolini e dentifrici e un poco di carta
per via ordinaria tanto per provare e poi in seguito vi manderò a
dire quello che occorrerà. Per adesso il pacchettino cercate di
farlo per via aerea perché ne ho urgente bisogno, i soldi poi ve li
rimborserò io fino all’ultimo…”


Giacomo Casadio

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