La Giornata contro la violenza sulle donne

Riceviamo da Per La Buona Politica e pubblichiamo 

Il dibattito su questo tema è sempre più acceso e sentito, e ogni nuovo episodio che si verifica non fa altro che alimentare l’incendio che ormai divampa negli animi femminili e in tutte le vittime connesse a questi tipi di reati.

Le istituzioni e l’opinione pubblica sembrano ormai concordi sul punire e ripudiare chi si macchia di questi reati, ma siamo davvero certi che guardare solo verso questa direzione risolverà definitivamente la piaga sociale della violenza di genere?

Cos’è in verità la violenza sulle donne? È senza dubbio un caso di femminicidio, una serie ripetuta di percosse o la sola violenza psicologica. È il tentativo di un marito di limitare la libertà della propria moglie o la pretesa di un padre di imporre alla figlia un destino che non desidera.

Le donne però sanno che c’è molto altro, vissuto ogni giorno sulla propria pelle: sanno che è violenza il pregiudizio di un uomo che in un contesto lavorativo preferisce concentrarsi sulla scollatura di colei che gli sta parlando, piuttosto che ascoltare ciò che gli sta dicendo; è violenza l’ottusità di una famiglia che spinge una figlia a prendere necessariamente marito piuttosto che sostenerla nel lottare per le proprie ambizioni; è violenza la convinzione di un marito che non ritiene gli spetti il dovere di aiutare la compagna nelle faccende domestiche; è violenza il pregiudizio di un datore di lavoro che sceglie di non assumere donne perché a rischio gravidanza; è violenza un sistema che non supporta la maternità nel mondo del lavoro, obbligando le madri a dover combattere per non rinunciare a curare i figli e a mantenere al tempo stesso il proprio lavoro; è violenza il maschilismo che ancora siede sulle poltrone del mondo politico e che ha ridotto le opportunità per le donne a una mera percentuale minima di presenza denominata “quote rosa” senza alcuna convinzione nelle reali potenzialità di queste; è violenza la reticenza delle organizzazioni sportive a investire sulle attività femminili perché ritenute poco coinvolgenti e meno redditizie di quelle maschili; è violenza l’ideologia di una società che ancora vede nella donna il semplice ruolo di fare e accudire figli, occuparsi del marito e delle faccende domestiche, senza nessun’altra ambizione professionale o d’istruzione. 


Ed è violenza anche l’impossibilità per una donna di godere dei servizi sanitari necessari e urgenti per poter affrontare serenamente il parto.

Il grande lavoro da fare per eliminare definitivamente in futuro la violenza sulle donne è ancora tanto e dovrà colpire tutti gli ambiti e l’intera società passando soprattutto dal rispetto del femminile a tutto tondo, a partire dalla casalinga che dedica la vita alla famiglia fino alla scienziata che dedica la vita alla scienza, dal valorizzare il pensiero femminile nella sua diversità da quello maschile al ritenerlo un valore aggiunto, il riscoprire le peculiarità della donna rispetto alla figura maschile a cui è complementare e a cui non deve per forza ispirarsi per ricoprire ruoli di responsabilità.

Dovrà cominciare in primis dalle donne perché possano acquisire coscienza di sé stesse e la fiducia nelle proprie capacità; dovrà coinvolgere il genere maschile perché abbandoni quell’immagine superata di donna come sua proprietà, essere inferiore e inutile, serva devota, incapace di ricoprire ruoli di responsabilità; dovrà far comprendere alle vecchie e soprattutto alle nuove generazioni la vera immagine di donna che collabora insieme all’uomo, con pari compiti e opportunità, per una società migliore.

Sarà un lavoro che per la prima volta nella storia dell’umanità avrà l’obiettivo di alleggerire le donne di tanti fardelli, perché essere donna non deve più essere un sacrificio.

Insegniamo ai nostri figli e ai nostri nipoti come guardare avanti in questo senso e mostriamo al mondo quella verità capace di riscattare l’universo femminile dopo secoli e secoli di ingiuste discriminazioni.

Si potrà cancellare questa violenza solo restituendo alle donne quella dignità che da troppo tempo ormai gli è stata negata e concedendo loro la libertà di essere ciò che sono.

Grazia Massarenti – Paola Fabbri – Roberta Bravi
Associazione Civica PER LA BUONA POLITICA

Ultime Notizie

Rubriche