Nel Consiglio Comunale di Lugo la maggioranza rifiuta il confronto

Riceviamo da Roberto Drei e pubblichiamo

Piero Calamandrei, uno dei più autorevoli padri fondatori della nostra Costituzione, sosteneva che una democrazia funziona bene solo quando la maggioranza “discute le ragioni della minoranza”, ovvero quando maggioranza e minoranza si confrontano fra di loro.


Il confronto è dunque il sale della democrazia perché dal confronto sia la maggioranza che la minoranza possono trarre vantaggio.

La maggioranza correggendo aspetti o parti delle proprie scelte, sulla base di osservazioni formulate dalla minoranza ed accolte; la minoranza esprimendo voti favorevoli o astensioni, sui provvedimenti proposti dalla maggioranza che hanno recepito le osservazioni sollevate dalla minoranza.

Così avviene in molte istituzioni ed assemblee elettive del nostro paese.

Non nel Consiglio comunale di Lugo, dove il sindaco Davide Ranalli, la sua Giunta ed il gruppo consiliare di maggioranza del Pd, hanno scelto di evitare il confronto politico con le minoranze, ritenuto una perdita di tempo, considerato che tutto è già deciso da chi detiene la maggioranza.

Una visione padronale ed esclusivamente autoreferenziale del confronto con i gruppi consiliari di minoranza, ai quali spetta solo il compito di illustrare le ragioni del proprio dissenso sui provvedimenti presentati cercando, possibilmente, “di tenerla corta” perché, come ci ha ricordato un consigliere del gruppo del Pd, i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale “sono già affrontati nella sede del partito” (leggasi in via Matteotti ) ed allora, ne deduciamo, non si perda tempo a discuterne anche in Consiglio comunale!

Al di là della infelice argomentazione del consigliere del Pd Brini, al mancato confronto sul piano politico, si accompagnano comportamenti che finiscono per limitare ed ostacolare l’esercizio della funzione ispettiva e di controllo sugli atti amministrativi, da parte dei consiglieri di minoranza.

Una funzione che la legge (il D.Lgs. n.267/2000, ovvero il Tuel, Testo Unico delle norme sugli Enti Locali,) assegna ai consiglieri comunali per l’esercizio del proprio mandato, in quanto rappresentanti eletti dal popolo.

Così accade che l’applicazione di quanto stabilito in alcuni articoli del Tuel ed in altri contenuti nel regolamento del Consiglio comunale, non sia sempre fatto rispettare, come dovrebbe invece essere.

Vediamone alcuni esempi.

Le risposte alle interpellanze ed interrogazioni superano, spesso di molti mesi, il tempo fissato nel regolamento del Consiglio comunale.

L’articolo 43 del regolamento del Consiglio comunale stabilisce che per le interrogazioni ed interpellanze “di norma il Consiglio ne discuterà non oltre un mese dalla iscrizione all’ordine del giorno.

In caso che ciò non sia possibile, prosegue l’articolo 43, “il Presidente del Consiglio comunale riferirà sui motivi del ritardo”.

Solo prendendo in esame le interpellanze e le interrogazioni presenti nell’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per giovedì 29 novembre 2018, si può verificare che vi sono due interpellanze che da sei mesi attendono la risposta, una da tre mesi ed una interrogazione da quattro mesi!

Non solo ma, come prescrive il regolamento del Consiglio comunale, il Presidente del Consiglio non ha mai provveduto a specificare le ragioni dei ritardi.

Questo comportmaneto, purtroppo, non è di oggi, ma è in atto da quando si è insediata la Giunta Ranalli e nonostante le nostre ripetute proteste, non è mai stato modificato.

Considerato che la maggior parte delle interpellanze, interrogazioni, mozioni ed ordini del giorno, depositati in questi quasi cinque anni di consiliatura, portano la firma del gruppo consiliare per la Buona Politica, è evidente come il nostro gruppo consiliare sia stato quello più penalizzato da questo modo di procedere.

Dobbiamo inoltre fare presente che il sito del comune dove sono pubblicati i testi delle delibere di Giunta, evidenzia molti “buchi”, nel senso che di molte delibere già assunte si legge solo il titolo mancando, anche da molti mesi, il testo a corredo delle stesse.

Ciò significa che i consiglieri comunali non possono essere tempestivamente messi al corrente delle decisioni assunte dalla Giunta comunale e devono inoltrare specifiche richieste al personale degli uffici del Comune per ottenere la visione di documenti che dovrebbero essere immediatamente disponibili e consultabili, una volta adottati dalla Giunta.

Non solo ma il Tuel all’articolo 125 stabilisce che l’elenco delle delibere di Giunta, una volta adottate, deve essere inviato ai capigruppo consiliari; cosa che nel Comune di Lugo non avviene.

In altri termini la tempestiva circolazione e messa a disposizione delle informazioni che servono ai consiglieri comunali di minoranza per svolgere adeguatamente il loro mandato, a Lugo è carente ed aggiungo volutamente, considerato che tale problema è stato più volte posto, senza mai trovare soluzione, come dimostra anche il continuo e frequente ricorso all’istituto dell’accesso agli atti, regolamentato dall’articolo 43 del Tuel; istituto che i consiglieri del gruppo per la Buona Politica sempre più frequentemente sono costretti ad utilizzare per ottenere gli atti e le informazioni loro spettanti d’ufficio.

Ci si chiede allora perché il segretario generale del comune ed il Presidente del Consiglio comunale non abbiano provveduto, nel corso degli anni ed a fronte delle sollecitazioni ricevute, a normalizzare la situazione.

Il gruppo consiliare per la Buona Politica vuole essere messo in condizione di potere svolgere la propria funzione ispettiva e di controllo, ovvero che siano rispettate le norme ed i regolamenti che assicurano le condizioni per espletare adeguatamente il mandato ricevuto dagli elettori.

Roberto Drei
Consigliere del gruppo per la Buona Politica

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