
Legambiente ha seguito la polemica di questi giorni sul nuovo orario ferroviario: prima le dichiarazioni entusiastiche per la riduzione di qualche minuto dei tempi di percorrenza tra Ravenna e Bologna, poi le proteste per la soppressione di alcune fermate, come ad esempio Godo, fino alle soluzioni tampone quali servizi autobus sostitutivi e l’ipotesi di cancellare tutto e tornare al vecchio orario.
Esaminando infatti un vecchio orario ferroviario del 1961 si può scoprire come già allora ci fossero treni che riuscivano a coprire la distanza tra Ravenna e Castelbolognese negli stessi tempi di oggi.
“Va detto che rispetto ad allora i treni sulla Ravenna-Castelbolognese sono sicuramente più frequenti ed anzi uno degli aspetti positivi del nuovo orario è quello di aver finalmente introdotto un servizio cadenzato, perciò ad ogni ora c’è un treno – ha aggiunto Rambelli – ma sembra impossibile che in quasi sessant’anni non si sia riusciti a diminuire i tempi di percorrenza della tratta, tanto che l’unica soluzione trovata per limare qualche minuto tra Ravenna e Bologna sia stata quella di sopprimere delle fermate”.
La situazione è poi ancora più critica sulle linee considerate “minori”, con soppressioni e riduzioni dei servizi che disincentivano ulteriormente l’utilizzo del trasporto pubblico.
Ogni anno in questo periodo si parla di qualità dell’aria, blocchi del traffico, mobilità sostenibile, e ogni anno vengono riproposte le solite misure tampone come i blocchi della circolazione nei centri storici alle auto più inquinanti.
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