Di Giacomo Casadio
Questa maledizione apparsa all’improvviso, rapidamente sviluppatasi nel mondo, ci minaccia e ci stermina senza preavviso, colpendo la nostra qualità di esseri superiori socialmente evoluti, privandoci delle nostre sicurezze, separandoci dalle comunità, lasciandoci terribilmente soli.
Il mondo della comunicazione totale, ormai orticello di casa, offre un servizio importante ma pesante, tormentandoci giorno e notte sulla morte, sul dolore, sullo strazio di migliaia di persone che soffrono più di tante altre, aiutate da nobili e servizievoli figure di assistenti. Siamo storditi da queste notizie e non riusciamo più a capire se è meglio che calino gli infettati o crescano i guariti o si riducano i decessi o sia meglio fare i tamponi o dia sicurezza mettere le mascherine e lavarci le mani o toglierci le scarpe e non baciare la persona che ci sta accanto.
Le sicurezze si riducono e crescono le paure. Esco a piedi per procurarmi il giornale e attraverso una città vuota, senza vita, senza commerci, che mi priva del piacere di comunicare qualcosa a qualcuno. I miei seicento metri di andata e ritorno diventavano anche un’ora di tempo a far chiacchiere con amici, che adesso non vedo più. Le poche parole sono di conforto e speranza per una fine ancora lontana. Vedo che ci sono persone che aspettano davanti all’edicola ben separati e anche protetti da una mascherina: si entra uno alla volta e si posano i soldi su di una paletta che viene ritirata dalla giornalaia che poi dà il resto nello stesso modo dalla fessura di un vetro. Ci si scambia un sorriso e si esce velocemente perchè qualche germe potrebbe essere nell’aria o appoggiato sulla copertina di una rivista scandalistica. Dopo questo breve incontro si congelano i rapporti umani e ci si rinchiude di nuovo nel nostro dimicilio coatto.
Forse sono pessimista ma ritengo che la natura o qualche divinità in cui molti credono intendano mandarci segnali precisi: abbiamo superato ogni limite, abbiamo concesso troppo spazio alle nostre libertà, ci siamo fatti travolgere dalla esasperata voglia di muoverci nel mondo senza freni, sia economici che morali. Ormai la popolazione del pianeta ha raggiunto numeri talmente rilevanti che un solo minuscolo germe coronato può spazzarci via, distruggere famiglie, economie, rapporti umani.
Il vero problema del mondo sono gli egoismi nazionalistici, la brama di potere universale, la sete di denaro e ricchezza smodata, il sè e non anche gli altri, l’individualismo sfrenato e corrotto, l’incapacità dell’uomo di guardare al futuro e non solo al presente, rinunciando del tutto al passato, che potrebbe invece dirci molto di quel che siamo stati.
Più di questo non voglio dire, tranne che quando finirà, e finirà, dovremo imporci di essere meno distratti dalle cose futili, dalle campagne elettorali infinite solo per accaparrarsi posti di potere, dalla pretenziosa prevalenza del privato sul pubblico, per rivolgere maggiore attenzione verso i deboli, la natura, la cultura, i giovani.
Non meritiamo classi politiche impreparate o incapaci di progettare il futuro, il domani non solo l’oggi.
Meditate gente, meditate.
Giacomo Casadio