Prima i cani, poi i bambini
di Angelo Ravaglia
Prima i bisognini (con passeggiatina) dei cani, poi i bisogni dei bambini.
A questo si è arrivati con il balletto delle circolari sulle passeggiate vicino a casa con i cani si e con i bambini no .
E’ il segno dei tempi all’epoca del corona virus, che ha reso evidente che i cani oggi hanno subito una mutazione genetica e culturale: non sono più animali, con le loro specifiche esigenze,ma sono riferimenti affettivi, un surrogato di rapporti che non si hanno con figli o nipoti, specialmente per gli anziani.
Di più, sono anche status symbol, come direbbero all’estero.
Da qui il dilagare del loro numero; da poco ammessi per legge persino nei condomini con inevitabili problemi di gestione in omaggio all’unica ideologia oggi dominante e trasversale: quella animalista, in chiave egoistica.
Se potessero, taluni li iscriverebbero nello stato di famiglia.
Altroché mondo cane… il cambiamento di paradigma è oggi evidente.
Certo, il mondo fa schifo, gli uomini e le donne anche, il morbo infuria: meglio il cane-peluche.
Angelo Ravaglia