Una lettera di venti pediatri italiani
di Arrigo Antonellini
“I bambini sono meno infettivi sono molto meno infettivi degli adulti, il 4% invece del 17.
Peraltro è invece certo che il decorso benigno della malattia in età pediatrica non esporrebbe con l’apertura dei nidi e delle scuole i bambini ad un rischio di danno sostanziale.
Ancora più forte è invece la certezza di esporli ad un danno tangibile e importante con le scuole chiuse e per di più per tempo lunghi.
La riapertura delle scuole è oggetto di un ampio dibattito in molti paesi.
I paesi scandinavi, dove erano chiuse da meno tempo che da noi, hanno già riaperto quelle di primo grado.
Oltre ai danni ai bambini c’è poi il problema di chi si occupi di loro nei molti casi in cui i genitori lavorino entrambi.
Ovvio che ci si chieda se queste differenze tra i paesi non siano conseguenti al diverso valore che viene dato alle politiche a sostegno delle famiglie ed ai diritti dei bambini e delle mamme/ donne come tanti altri esempi lo dimostrano?
L’assenza di un piano globale che consideri e monitorizzi le diverse conseguenze avverse per i bambini suggerisce che tali danni siano sottovalutati e che più in generale i diritti dei bambini non siano oggetto di adeguata attenzione.
Come affermato dall’Unicef, e ribadito da molti altri (anche da Mattarella? N.d.R.), senza un’azione urgente questa crisi sanitaria rischia di diventare una crisi dei diritti”.
Ma Conte, tra le centinaia di pareri che ha chiesto, di persone che l’hanno “consigliato”, una pediatra l’aveva, c’è stata?
Arrigo Antonellini