La crioablazione per trattare la Fibrillazione Atriale

Nuove tecniche e vantaggi per il paziente 


A Maria
Cecilia Hospital di Cotignola
, struttura di Alta Specialità accreditata con
il SSN, l’équipe di Aritmologia ed Elettrofisiologia si è dotata di un
ulteriore sistema di crioablazione, denominato POLARx, che
permette di intervenire sulle vene polmonari, nelle quali si origina la
Fibrillazione Atriale, mediante una singola
erogazione di
crioenergia.



 

La
crioablazione è la tecnica
d’elezione per il trattamento della Fibrillazione Atriale che, attraverso un
catetere a palloncino (cryoballoon),
consente di localizzare e congelare il
tessuto cardiaco
responsabile del battito irregolare, ripristinando un
ritmo cardiaco regolare.

 

Studi
clinici internazionali hanno dimostrato l’efficacia del nuovo sistema di
crioablazione POLARx che riduce significativamente le tanto temute recidive nei soggetti con fibrillazione parossistica,
allontanando così il paziente da ulteriori ospedalizzazioni. Inoltre, consente
allo specialista di eseguire la
procedura in tempi estremamente rapidi
con l’utilizzo di una consolle innovativa,
avendo sotto controllo tutti i parametri tecnici e clinici.

Maria Cecilia Hospital è il primo
ospedale italiano e tra i primi 5 centri in Europa con il più alto volume di
procedure di crioablazione.

“L’équipe di Aritmologia ed
Elettrofisiologia di Maria Cecilia Hospital tratta ogni anno una media di 400
pazienti affetti da Fibrillazione Atriale
– commenta il dott. Saverio
Iacopino, responsabile dell’Unità Operativa di Aritmologia ed Elettrofisiologia

a Maria Cecilia Hospital e per le strutture di GVM Care & Research –. Puntiamo sempre ad adottare tecnologie,
tecniche e procedure d’avanguardia per massimizzare l’efficacia dei trattamenti
e restituire il massimo beneficio possibile ai pazienti”.

 

La Fibrillazione Atriale è una delle
alterazioni più frequenti del ritmo cardiaco e colpisce in particolare gli
anziani, con percentuali sul totale della popolazione che vanno dall’1,3% per
pazienti sotto i 65 anni al 9-10% per quelli sopra i 76 anni. In Europa 8,8 milioni di persone soffrono di fibrillazione atriale (rapporto RAND Europe 2015). La patologia, spesso asintomatica, è riconducibile ad
un’attività elettrica caotica nelle camere superiori del cuore (atri) che porta
a una progressiva perdita delle contrazioni cardiache ed è responsabile del 20%
degli ictus ischemici a causa della formazione di coaguli. L’ictus colpisce
ogni anno 200mila italiani e rappresenta, tuttora, la prima causa di morte e la
terza di invalidità. Per chi soffre di Fibrillazione Atriale, il rischio ictus
è di 3-5 volte superiore rispetto ad altri pazienti.

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