Capolavoro di Mattarella a Trieste

La Casa degli Sloveni restituita alla
Comunità

I
tempi della Storia sono lunghi. Cento anni ha dovuto attendere Boris
Pahor per vedere riconosciuto e riparato il disastro provocato
dall’incendio del Narodni dom, la casa degli Sloveni, di cui
bambino, fu testimone.

Il
famoso scrittore, triestino della minoranza slovena, perseguitato dai
nazisti, ma anche dai titini, qualche giorno fa è stato omaggiato
con le massime onorificenze dai Presidenti della Repubblica italiano
e sloveno che hanno sanato un vulnus della Storia restituendo alla
comunità slovena l’edificio restaurato.

A
Trieste nel 1920 lo squadrismo si tinse di nazionalismo e fu l’inizio
della fine di una convivenza secolare culminata coi massacri della
guerra fascista e le foibe del dopoguerra dei titini.

Oggi,
in uno spirito europeo, le ferite della Storia sono state finalmente
rimarginate.

Chapeau
ai due presidenti Mattarella e Pahor (omonimo dello scrittore) che
hanno reso omaggio alle vittime di entrambe i fronti: la loro stretta
di mano, anzi il loro tenersi per mano, come Kohl e Mitterand,
davanti alla foiba di Basovizza è il riconoscimento dei reciproci
torti e testimonia la volontà di intraprendere una nuova strada
comune.

In
particolare Mattarella, ha colto l’occasione per ritrovare e
rafforzare una dimensione europea appannata dai nazionalismi
risorgenti nonché

colpire
le strumentalizzazioni ricorrenti in occasione delle celebrazioni del
giorno del Ricordo, di destra e di sinistra.

Grazie
Presidente per questo gesto che ha sapore d’Europa.

Ricordando
anche le parole dell’omologo presidente sloveno : “ Oggi abbiamo
sue popoli vicini, finalmente liberi di non sentirsi più nemici.”

A
Trieste è stata scritta una pagina di storia che vuol chiudere
definitivamente i conti della prima e seconda guerra mondiale.

Grazie
Europa!

Angelo
Ravaglia

PS
Il 15 gennaio 2010 Boris Pahor, a 96 anni, fu ospite del Caffè
letterario di Lugo dove presentò il libro “Tre volte no”, ed.
Rizzoli.

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